Precari Alitalia: 152 contratti non verranno rinnovati
Sono 468 in totale i contratti a tempo
determinato che scadono fra qualche giorno in Alitalia, e 152 di questi
non avranno il rinnovo. È quanto emerso ieri nell’incontro fra azienda
e sindacati proprio sulla scadenza dei contratti a termine.
I 468 lavoratori che nella vecchia Alitalia avevano il contratto a
tempo indeterminato erano stati assunti dalla nuova gestione, il 12
gennaio scorso, con un contratto di sei mesi. In particolare, fra i 152
per i quali non è previsto il rinnovo (106 in Alitalia e 46 in Airone)
ci sono 72 del settore manutenzione (47 di Alitalia e 25 di Airone), 67
dell’area staff (54 in Alitalia e 13 in Airone fra amministrativi,
addetti ad acquisti, finanza e controllo, risorse umane, operazioni),
10 dell’area commerciale tutti di Alitalia e 3 dei servizi di terra (2
di Alitalia e 1 di Airone).
Per quanto riguarda il call center, i lavoratori che nella ex Alitalia
avevano il contratto a tempo indeterminato e che sono stati assunti
dalla nuova azienda con contratti a termine saranno assunti a tempo
indeterminato part time. Per i restanti 280 l’azienda sta valutando a
quant prorogare il contratto a termine e a quanti dare il contratto a
tempo indeterminato.
Nell’incontro con Alitalia, i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl,
Uiltrasporti e Ugl Trasporti hanno chiesto di gestire questo processo
«senza ulteriori traumi sociali, anche attraverso il ricorso a una
proroga delle unità considerate in uscita, fatta eccezione per
eventuali volontari».
«La permanenza dei lavoratori con una proroga dei contratti a termine
può contribuire a ridurre i disservizi di cui l’azienda sta soffrendo e
portare benefici e più efficienza» ha spiegato il segretario nazionale
per il trasporto aereo della Fit Cisl Claudio Genovesi secondo il quale
Alitalia «è assolutamente carente dal punto di vista organizzativo.
L’azienda non sta andando bene perché non sa gestire la pianificazione
e la programmazione di tutte le operazioni.
Aerei, equipaggi e servizi a terra devono essere un tutt’uno» ha
osservato il dirigente sindacale, spiegando che altrimenti «i
disservizi sono inevitabili» come sta avvenendo con i ritardi in tutte
le operazioni. Secondo Genovesi, «sia per un aspetto sociale sia per il
maggior traffico turistico di questo periodo, sarebbe opportuno
prorogare per un certo numero di mesi i contratti a tempo determinato
e, al termine della stagione estiva, fare un’analisi sulle esigenze di
organico».
L’inchiesta: sentito Mengozzi. Respinge di aver contribuito al
dissesto dell’Alitalia, rivendica la bontà di un piano che «avrebbe
potuto rilanciare l’azienda» e sottolinea le difficoltà determinate da
fattori imprevisti come l’attacco alle Torri Gemelle e la guerra del
Golfo, Francesco Mengozzi, amministratore delegato della compagnia di
bandiera tra il 2001 ed il 2004, interrogato oggi in procura
nell’ambito dell’inchiesta aperta dopo la dichiarazione di insolvenza
di Alitalia. Indagato per bancarotta, al pari di altri sette tra
presidenti, amministratori delegati e direttori generali in carica tra
il 2000 e il 2007, Mengozzi, difeso da Emilio Ricci, è stato
interrogato per circa tre ore dai pm romani.
«Abbiamo dimostrato – ha dichiarato il legale – che la condotta di
Mengozzi non era dissipativa, ma anzi ha portato a una riduzione
consistente delle perdite di bilancio e alla stesura di un piano di
ristrutturazione (taglio di 3.500 posti, ndr), ma il socio politico non
ha consentito che andasse in porto».