Precari scuola, Gelmini:’ Indennità di disoccupazione per i precari e supplenze brevi’
Ancora proteste dei precari della scuola
contro i tagli, mentre il governo annuncia una soluzione per ridurre
l’impatto della riduzione di posti. Con la protezione della “Beata
Assunta”, sulla scalinata del ministero dell’Istruzione in viale
Trastevere si sono presentati stamani un centinaio di insegnanti
iscritti ai sindacati di base e del Coordinamento precari scuola di
Roma striscioni e un manichino vestito di mantello azzurro e aureola.
L’annuncio del governo. Il Consiglio dei ministri ha dato via
libera a un’intesa per tutelare gli insegnanti precari annuali.
«Abbiamo proposto una norma di legge che verrà inserita in un decreto
legge ad hoc o nel cosiddetto decreto Ronchi – ha spiegato in una
conferenza stampa il ministro Maria Stella Gelmini- sui supplenti
annuali. Attraverso una convenzione che coinvolge Welfare, Istruzione e
Inps a questi lavoratori verrà garantita un’indennità di disoccupazione
e una via preferenziale per l’accesso alle supplenze brevi».
Contratti di disponibilità. Il provvedimento sarà presentato in
consiglio dei ministri mercoledì, concretizza quelli che durante la
trattativa tra tecnici del ministero e sindacati sono stati chiamati
«contratti di disponibilità». In sostanza le scuole offriranno
prioritariamente agli insegnanti precari, abilitati, iscritti nelle
graduatorie a esaurimento e che hanno avuto solo supplenze annuali
nello scorso anno scolastico, tutte le supplenze brevi. Questa scelta
si affianca a una convenzione stipulata con l’Inps con cui si gestirà
automaticamente l’attivazione e la cessazione dell’indennità di
disoccupazione.
Lavoro e indennità di disoccupazione dunque si alterneranno
tutelando il lavoratore dal punto di vista retributivo e delle
competenze. Oltre a un vantaggio per l’insegnante precario che non
dovrà recarsi all’Inps per chiedere l’indennità di disoccupazione o per
comunicare l’inizio di un nuovo rapporto di lavoro, la procedura
informativa consentirà alle singole scuole di comunicare gli eventuali
casi di rifiuto immotivato della supplenza da parte dell’insegnante
precario, che determineranno la perdita del diritto all’indennità di
disoccupazione. Per gli insegnanti e per gli Ata (ausiliari, tecnici e
amministrativi) le scuole, infatti, versano all’Inps la contribuzione
contro la disoccupazione involontaria. Questo significa che agli
insegnanti e agli Ata precari che abbiano i requisiti previsti dalla
legislazione vigente spetta l’indennità di disoccupazione con requisiti
ordinari.
La durata dell’indennità di disoccupazione è di otto mesi che
diventano 12 per coloro i quali hanno superato i 50 anni. Con la stessa
norma sulle supplenze brevi il personale che accetti tutte le occasioni
di supplenze avrà diritto al punteggio per l’intero anno di servizio
nelle graduatorie a esaurimento. Inoltre, sono già state stipulate
convenzioni con le regioni (per ora Sicilia e Sardegna, ma ci sono
trattative avviate con altre regioni per analoghi accordi) per
coinvolgere questi stessi insegnanti precari in progetti di
rafforzamento dell’offerta formativa finanziati con risorse dei Por
(Piani operativi regionali) e dei Pon (piani operativi nazionali).
Dopo San Precario, il santo protettore della categoria, Beata
Ignoranza, il santino con il volto del ministro Maristella Gelmini
distribuito in diverse manifestazioni, oggi è comparsa quindi anche la
statua della «Beata Assunta». La Statua, cui si rivolgono le preghiere
dei docenti in attesa di cattedra, ha appesa al collo un piccola
lavagna con su scritto «w Beata Assunta, abbasso suor Gelmini», mentre
sull’aureola è scritto «Contratto a tempo indeterminato». Di fianco
della “Beata”, uno striscione recita «tagli alla scuola: una truffa per
tutti». Non sono in molti a presidiare la scalinata ma, fanno notare
gli organizzatori, «è un presidio organizzato in due giorni, mentre in
gran segreto i sindacati “concertativi” stanno decidendo il nostro
futuro».
I Cobas, tra i principali promotori e sostenitori delle diverse proteste
che si stanno svolgendo in varie parti del paese e che ribadiscono che
«al tavolo non possono sedersi solo alcuni ma debbono essere
rappresentati anche i vari comitati di precari». Al centro della
protesta, oltre ai tagli, i «contratti di disponibilità» definiti dai
Cobas «un miserrimo escamotage, un tentativo di dividere i precari
offrendo a una ristrettissima fascia (poco più del 10%), dei contratti
regionali per mansioni vaghe in cambio di sottosalari».
I precari protestato contro i primi provvedimenti che attuano la
legge 113 del 2008. La richiesta al governo è quella di cancellare la
manovra che, secondo i sindacati, comporta già per quest’anno 42mila
posti in meno per il personale docente (10mila secondo il ministero) e
15mila per il personale Ata.
A protestare precari di lungo corso, con una carriera da
insegnati a pro tempore, tra incertezza e incarichi annuali, ma anche
insegnanti di ruolo che in conseguenza del taglio delle classi si
trovano ad avere una cattedra vuota. Gli stessi insegnati impegnati nel
sit in di oggi annunciano «contrasti» anche domani quando, in una
scuola di via Sebenico, si provvederà all’assegnazione delle sedi per
gli incarichi annuali.
Bandiere e striscioni anche in piazza del Plebiscito a Napoli dove
si è spostata oggi la protesta dei precari della scuola dopo tre giorni
di presidio davanti all’ufficio scolastico regionale della Campania.
Una delegazione di manifestanti sarà a breve ricevuta dal prefetto di
Napoli, Alessandro Pansa: ne fanno parte tre insegnanti delle
elementari, due delle superiori, uno delle medie e un rappresentante
del personale Ata. «Chiederemo l’apertura di un tavolo tra Ministero e
Regione – dice Miriam Andrisani, insegnante delle superiori della
delegazione – questa non è più una questione solo occupazionale ma di
emergenza sociale».