Premi pilotati al gioco dei pacchi – “Striscia la notizia” vince la querelle
«Quando lo facevo conducevo il giochino e basta, non credo ci fosse niente dietro: arrivavo in studio e andavo in onda. Non saprei negli anni successivi, in realtà non ne so nulla». Paolo Bonolis, che ha condotto “Affari tuoi” per i primi due anni, dal 2003 al 2005, commenta così l’ultimo passaggio dell’annosa querelle fra il programma Rai e “Striscia la notizia”, che ha visto la Procura di Roma rigettare la querela dei notai del “gioco dei pacchi” contro il tg satirico, in materia di supposte irregolarità per lasciare i premi più ricchi alla fase finale della trasmissione, in modo da favorire gli ascolti.
A convincere il procuratore aggiunto Leonardo Frisani, la circostanza che «i concorrenti più accorti» siano stati «messi in grado di individuare i pacchi contenenti i premi più ricchi». Caso archiviato, dunque, per il pm: Ezio Greggio, Antonio Ricci, Jimmy Ghione e Valerio Staffelli, che nei loro servizi televisivi sollevavano dubbi sulla regolarità del gioco, avrebbero quindi ragione. Toccherà ora al gup decidere il prossimo 26 marzo sulla querela per diffamazione presentata dai notai di «Affari tuoi», Luigi e Giovanni Pocaterra, tra il febbraio 2010 e lo stesso mese dell’anno successivo.
E intanto la Rai è corsa ai ripari: il regolamento è stato radicalmente modificato e «oggi la trasmissione adotta regole trasparenti e ogni passaggio è blindato a livello di sicurezza», sottolinea l’emittente pubblica. La Procura ha effettuato indagini approfondite sul meccanismo di predisposizione, «modificato, consentendo ad alcuni concorrenti di individuare dove fossero nascosti i premi in denaro». Circostanza confermata da qualche concorrente, anche se, secondo gli inquirenti «dimostrare il dolo non è possibile» e, pertanto, l’archiviazione sia l’unica via percorribile.
«Entravo in studio all’ultimo momento e facevo il gioco. Allora c’era una grande battaglia di ascolti con “Striscia” che generò tutta questa polemica. Ricordo che con Ricci litigai forte – racconta ancora Bonolis – al suo programma davamo più di venti punti di distacco e per loro era un problema reale. Del resto nei miei due anni la grandissima parte delle puntate arrivava alla fine con in palio un bottone e un soldo di cacio; era divertente ma non appassionante perché si vincessero cifre straordinaria. In due anni furono forse otto, dodici le puntate, vado a memoria, dove si vinsero cinquecentomila o duecentocinquantamila euro».
Al di là della vicenda specifica, comunque, per Bonolis «questo Paese e il mondo intero vivono in una dimensione taroccata, il che nulla giustifica in nessun caso, gli interessi muovono la realtà e la realtà viene taroccata in funzione degli interessi, nella politica, nell’economia, nello sport, ovunque. Ogni volta ci portiamo la mano alla bocca ed esclamiamo “oh!” ma è inutile illudersi, i poteri tendono a canalizzare gli eventi a loro vantaggio. Non vogliamo ammetterlo perché non vogliamo che si rompano i nostri punti di riferimento, e così facciamo finta di niente».
Fonte: www.lastampa.it