Preoccupazione a Napoli: le nostre strutture resistono ad un eventuale terremoto?
Il terremoto che ha colpito questi giorni L’Aquila ha scatenato una serie di polemiche, tra cui quella riguardante l’inadeguata costruzione di strutture non solo private come case, palazzi interi ed edifici privati di vario tipo, ma anche per quanto riguarda le strutture pubbliche, che sono state, evidentemente, realizzate non al meglio. In una zona rossa, ovvero a rischio sismico elevatissimo, tutte le strutture pubbliche avrebbero dovuto resistere quanto meno ai crolli definitivi ed invece non è stato così.
Dopo i tragici eventi, molte persone a Napoli si sono chieste se le strutture architettoniche cittadine siano a riparo rischio sismico o meno, nel caso in cui anche qui, inavvertitamente, si possa verificare una catastrofe simile a quella che ha colpito l’Abruzzo. Il tema che ha lasciato maggiore perplessità è stata la dichiarazione rilasciata del professor Marfella, riguardante la costruzione dell’ ‘Ospedale del mare’ a Napoli. Esso, infatti, desta preoccupazione in quanto è in costruzione in piena zona rossa del Vesuvio. Esso sarà l’ospedale
piu grande del sud ed è
ubicato a circa 1 km da via De Roberto. Dunque, ci chiediamo ‘Che tipo di scelta è stata fatta? Perchè ubicare proprio lì, in una zona così pericolosa, un ospedale che sarà uno dei più grandi d’Italia?’ Così come ci chiediamo ‘Come mai il prossimo inceneritore di Napoli
è ubicato a circa 1km da circa 800mila metri cubi di GAS ?’ ‘E come mai decine di migliaia di tonnellate di benzina della Q8 sono stati ubicati a
1, 5 km dal centro storico di Napoli, patrimonio UNESCO unico al mondo?’
Scelte errate, a parere dell’associazione Noi Consumatori. Vogliamo sapere chi ha fatto queste scelte e soprattutto quanto c’è da preoccuparsi nel caso in cui il nostro Vesuvio si svegliasse. Vogliamo delle risposte concrete.