Prestiti per chi non ha garanzie
«Banca
dei Poveri» è il nome dell’iniziativa promossa dal Cardinale Sepe. Si tratta di
un fondo di solidarietà per finanziare a tasso zero, con lo strumento del
microcredito, piccole attività imprenditoriali gestite da persone che hanno
perso il lavoro, non lo hanno mai avuto o sono vessati dagli usurai. L’iniziativa
fa parte della Lettera Pastorale «Dove possiamo comprare il pane?» che il
cardinale stesso consegnerà questa sera in Duomo a tutti i sacerdoti della
Diocesi. «Lungi dall’essere una misura di puro assistenzialismo, il
microcredito – afferma il cardinale Sepe – sarà la strada per far riemergere la
creatività e l’ingegno della nostra gente, trasformando “l’arte di
arrangiarsi”, peculiare della nostra terra in nuova vocazione al lavoro». Il
fondo sarà aperto da una donazione dello stesso arcivescovo che devolverà un
anno del suo stipendio e parte dei suoi risparmi personali per un ammontare di
50.000 euro.
«Questi due anni e mezzo a Napoli – ricorda Sepe –
mi hanno insegnato che la generosità dei napoletani è grande; e anche per la
Banca dei Poveri ognuno potrà dare il suo contributo secondo le sue
possibilità; siamo tutti chiamati in causa per evitare che si inneschi e si
acuisca una forte conflittualità sociale a causa della perdita di nuovi posti
lavoro che gli analisti stimano per il futuro essere intorno ai 200.000».
Il fondo sarà alimentato dai contribuiti donati dai
sostenitori e sarà gestito da un istituto di credito che verrà ben presto
identificato; le richieste di credito invece saranno vagliate e giudicate da
una commissione di esperti che valuterà la fattibilità delle idee
imprenditoriali da sostenere, accompagnandone la realizzazione. «Per la prima
volta – spiega Don Gaetano Romano, vicario episcopale per la Carità – con la
Banca dei Poveri si offre credito economico a chi non può offrire garanzia e si
dà un’opportunità alle vittime dell’usura». La Banca dei Poveri della Diocesi
di Napoli rientra nel Fondo Nazionale messo a punto dalla Cei per fronteggiare
la crisi economica in cui confluiranno tutte le offerte raccolte il 31 maggio
domenica di Pentecoste.