Presto l’addio alla tassa di concessione governativa sui cellulari?
La tassa di concessione governativa sui cellulari è un onere periodico applicato sugli abbonamenti, un contributo a carico dei titolari dei contratti di telefonia mobile. Si tratta di 12,91 euro mensili per le utenze business e 5,16 euro per le utenze private. Ma secondo una recente sentenza della sezione tributaria della Cassazione, non è escluso che presto si possa definitivamente dare l’addio allo sgradito balzello.
La Corte ha infatti emesso una ordinanza nella quale dichiara che non esistono presupposti per poter esigere la tassa di concessione: una posizione sulla quale si pronunceranno le Sezioni Unite, andando potenzialmente a ribaltare parte della precedente opinione giurisprudenziale.
Le associazioni dei consumatori da almeno tre anni ribadiscono come l’applicazione di tale contributo non debba essere dovuta. Alla base di tale posizione, vi è il fatto che il mercato delle telecomunicazioni mobili sia oramai privatizzato e liberalizzato, e che con tale passaggio sia sostanzialmente decaduto il presupposto della correttezza della tassa di concessione governativa.
L’opinione delle associazioni dei consumatori ha tuttavia trovato un ostacolo nella stessa Cassazione, che il 14 dicembre 2012 ha decretato come i consumatori debbano continuare a pagare la tassa di concessione governativa, poiché la liberalizzazione della telefonia rimanga “soggetta a un’autorizzazione generale, che consegue alla presentazione della dichiarazione, resa dall’interessato, di voler iniziare la fornitura e costituente denuncia di inizio attività”.
Con la nuova opinione della sezione tributaria, tuttavia, tutto potrebbe presto cambiare.
Fonte: www.sostariffe.it