Prezzi luce e gas più alti d’Europa penalizzate famiglie con consumi alti
I prezzi di luce e gas in Italia restano più alti della media dell’Unione Europea. Questo vale sia per le imprese che per le famiglie anche se, per queste ultime, il divario si sta riducendo. E’ quanto emerge dalla relazione dell’Autorità dell’energia al Parlamento, la prima di Guido Bortoni dopo l’insediamento alla guida dell’Authority. “Senza infrastrutture l’Italia sarà condannata a diventare una ‘provincia’ del gas e non un Paese-snodo che assume un ruolo cruciale nel nuovo contesto sovranazionale”, ha dichiarato Bortoni. E il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha avvertito: “Tenendo conto della natura globale” del mercato globale dell’energia e della sua internazionalizzazione “sarebbe autolesionista e miope un rallentamento del percorso di liberalizzazione, o ancora peggio, un ripiegamento su anacronistici o poco efficaci protezionismi nazionali”. “Nei prossimi anni – ha sottolineato Fini – ci attende una sfida ineludibile che è quella dell’armonizzazione dei sistemi e lo sviluppo di mercati concorrenziali”.
In base alla relazione dell’Authority, oggi a essere più penalizzate sono le famiglie con consumi più alti mentre per quelle con consumi più bassi il prezzo è inferiore del 12% rispetto alla media europea. “Per i consumi più elevati, l’Italia presenta prezzi lordi dell’energia elettrica relativamente più elevati della media europea (+12,3% al lordo delle imposte), sebbene il divario si sia attenuato rispetto al passato” con un calo del 4%. Invece nel secondo semestre 2010 le imprese italiane hanno pagato prezzi dell’energia elettrica, al lordo delle imposte, “superiori alla media europea per tutte le classi di consumo”. Analoga la situazione per il gas.
Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, riferito alla medesima classe di consumo, “evidenzia in Italia una diminuzione dei prezzi dell’energia elettrica per usi domestici del 4%, contro un incremento medio per i prezzi europei che si attesta intorno al 5%”. Con riferimento alle classi di consumo superiori a 5.000 Kwh annui, nel secondo semestre 2010 “i prezzi lordi italiani hanno registrato riduzioni comprese tra l’8% e il 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendo tuttavia un differenziale notevole rispetto ai prezzi medi europei”.
“Nel 2010 il prezzo italiano del gas al netto delle imposte – si legge nella relazione – per un consumatore domestico, si è collocato su livelli in linea con la media europea per tutte le classi di consumo, con scostamenti positivi o negativi inferiori o intorno al 5%. Il prezzo del gas per le utenze domestiche si è collocato a un livello superiore rispetto al prezzo medio europeo se calcolato al lordo delle imposte, con scostamenti positivi progressivamente crescenti per le classi di consumo più alte, in conseguenza di un livello di imposizione fiscale relativamente elevato rispetto alla media dei Paesi europei”. Un po’ meglio la situazione per le imprese con alti consumi.
Confronto con gli Usa. I prezzi medi europei si mantengono a livelli doppi rispetto a quelli prevalenti sul mercato americano, mentre i prezzi asiatici sono addirittura tripli. Lo sviluppo degli scisti bituminosi, avviato da qualche anno negli Stati Uniti, infatti, “ha non solo ridotto il prezzo di tre volte in quel Paese ma anche portato a un surplus di offerta che si riverserebbe pure sui mercati europei e asiatici, se solo fossero pronte le infrastrutture per l’import/export via Gnl”.
L’effetto Libia. “La crisi in Libia non minaccia la sicurezza delle forniture di petrolio ma permane un rischio prezzi”, segnala l’Autorità per l’energia e il gas. “Anche togliendo la produzione libica – ha detto Bortoni – rimane un margine più che sufficiente per coprire la domanda attesa nel corso del 2011. Tuttavia, per una serie di motivi, l’ampia disponibilità di greggio non mette i paesi consumatori al riparo da aumenti, pure sostenuti, del prezzo del greggio”.
Separazione proprietaria rete gas. L’opzione preferibile per l’Autorità dell’energia resta la separazione proprietaria di Snam rete gas da Eni. “La regolazione della rete di trasporto del gas giocherà un ruolo chiave nel futuro”, ha detto Bortoni per il quale è “cruciale l’attività affidata, per espressa volontà delle commissioni parlamentari, al ministero dello Sviluppo economico e all’Autorità di approvare (ciascuno per la parte di competenza) il piano decennale di sviluppo delle reti che il gestore del trasporto gas è tenuto a predisporre, nonché di verificarne l’attuazione”.
Bollette più chiare. Tra gli obiettivi che l’Autorità per l’energia intende perseguire c’è l’impegno per bollette più semplici e chiare, e il contrasto ai contratti non richiesti. Bortoni ha parlato della necessità di una “più completa informazione” al consumatore, “conseguibile anche grazie a documenti di fatturazione che ci impegniamo a rendere più semplici e chiari”. Inoltre, ha proseguito, “nei mercati liberi è da tempo presente una patologia più deleteria di altre per lo sviluppo e la credibilità della concorrenza: quella dell’attivazione di contratti di vendita non richiesti”. Bortoni si è quindi rivolto alle aziende, avvertendo che tali comportamenti le danneggiano proprio sul piano della fiducia del cliente finale.
Fini: “Irrisolto il problema concorrenza tra fornitori”. Nel suo intervento Fini ha sottolineato anche come resti “ancora irrisolto il problema di garantire sul piano nazionale una reale concorrenza tra i fornitori di energia elettrica e di gas”. “Questo è un campo caratterizzato da distorsioni notevoli – ha spiegato il presidente della Camera – anche se è doveroso prendere atto dell’esistenza di oggettive difficoltà derivanti da consistenti motivazioni di ordine industriale, dalla necessità di elevati investimenti e anche della limitata disponibilità sul mercato di specifiche professionalità”.