Privacy. Prima condanna per l’invio di sms pubblicitari: Tim deve risarcire danni per 1.000 euro
Parigi, 2 luglio 2004Un giudice di pace napoletano ha dato ragione per la prima volta in Europa a una donna che non gradiva l’invio di sms pubblicitari sul suo telefono cellulare da parte di un operatore di telefonia, ritenendo violata la sua privacy anche in considerazione del fatto che i messaggi arrivavano pure in ore notturne. La sentenza è stata emessa dalla terza sezione civile presieduta da Aniello Di Noia, che ha dato ragione ad Alessia Lubrano, difesa da Angelo Pisani, presidente dell’associazione Noiconsumatori. Il giudizio di merito è durato circa un anno, dopo che la donna aveva prima ha diffidato l’operatore di telefonia mobile Tim – tramite una semplice raccomandata con ricevuta di ritorno – a non trattare illegittimamente i propri dati personali. Al diniego dell’azienda, Alessia Lubrano aveva risposto con l’inoltro di un ricorso cautelare al tribunale di Napoli che si era pronunciato sull’illegittimità del comportamento di Tim, che inviava messaggi pubblicitari senza il consenso del destinatario. Nel giudizio di merito il giudice di pace ha condannato Tim a risarcire danni per 1.000 euro per violazione della normativa sulla privacy, cui vanno aggiunti 800 euro di spese legali. La sentenza stabilisce anche l’impossibilità di usare i dati sensibili della donna per scopi non legati all’esercizio dal servizio telefonico.