Processo Eternit, la Iervolino testimonia a Torino.
Processo Eternit. Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino testimonia all’udienza do oggi a Torni in merito allo stabilimento killer di Bagnoli. Il primo cittadino ha presentato i dati delle patologie che hanno colpito ben 891 gli ex lavoratori Eternit ormai defunti: 136 furono colpiti da asbestosi, 94 di cancro al polmone e 31 di mesotelioma. «Ci sono poi – ha spiegato – i casi nelle famiglie. I lavoratori portavano a casa le tute sporche per farle lavare e almeno una decina di donne si sono ammalate. So che ricordano come una scena in utile e umiliante – ha spiegato – le visite che si svolgevano all’interno dello stabilimento: tutti in fila a fare schermografie, nemmeno radiografie. E a qualcuno dicevano: beh, hai un po’ di bronchite, non fumare troppo, e magari erano persone che non avevano mai fumato». «Li stiamo aiutando – ha aggiunto – a costituirsi in un’associazione. Risulta che abbiano ricevuto offerte di denaro per rinunciare a costituirsi parte civile. Un’offerta offensiva».
“Quello che è stato fatto agli operai di Bagnoli è criminale – commenta l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori -. La dispersione delle fibre nocive nell’area napoletana ha provocato centinaia di vittime tra i dipendenti della ex Eternit e rovinato intere famiglie. Ma come se ciò non bastasse ai supersistiti e alle famiglie dei defunti sono state avanzate offerte di denaro per il silenzio, per non costituirsi parte civile al processo. Un tentativo di corruzione ripugnante e irrispettoso. Ammazzati e trattati come delle bestie da lavoro senza dignità. Vergogna! Chiediamo che venga fatta giustizia per tutti gli operai che sono stati letteralmente assassinati dai vertici Eternit e per tutte quelle mogli e quei figliche ancora oggi soffrono per le perdite e i danni alla salute subito. Vogliamo che i colpevoli paghino con dure condanne. Ancora oggi , a distanza di anni, lo scempio continua perché quelle sostanze tossiche rilasciate nell’ambiente prevedono una latenza che arriva fino a dieci anni. Le famiglie che vivono nella zona sono ancora in pericolo di vita a causa di persone senza scrupoli che per i propri interessi personali ed economici hanno provocato una strage costante nel tempo. Adesso è arrivato finalmente il momento di fare i conti con quanto hanno commesso e confidiamo nella giustizia affinchè ricevano ciò che meritano”