Processo Maradona contro Equitalia, Pisani: “Riporterò Maradona a Napoli per l’anniversario dello scudetto del 10 maggio. Coinvolte per la risoluzione della scandalosa persecuzione la massime istituzioni ed autorità perché trionfino giustizia e sport”
Pisani, esperto in controversie Equitalia, ritiene incredibile ed inspiegabile la provvisoria decisione della Commissione Tributaria provinciale di Napoli che impedisce ancora a Maradona di poter tornare liberamente a Napoli fino all’esito del processo, e si appella alle massime istituzioni per ottenere giustizia e trasparenza.
“Nel merito del giudizio Maradona dimostrerà davanti a nuovi giudici l’inesistenza del titolo che lo perseguita, nonché la prescrizione decennale della scandalosa pretesa di Equitalia, e quindi l’ infondatezza del rigetto della sospensiva da un collegio che dall’ inizio non ha assicurato alla difesa di esser serena , nè un giusto processo, tanto e’ – dichiara il difensore di Maradona – che faremo comunque ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per la violazione della convenzione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e presenteremo esposto alla Procura per il calcolo degli interessi e spese folli pretesi da Maradona in uno all’assurda ed antenata richiesta del fisco”.
“A questo punto oltre a rivolgerci alla Corte Europea chiederemo anche alle massime autorità istituzionali e giudiziarie italiane che il processo venga celebrato con la massima trasparenza e serenità davanti a nuovi giudici – ribadisce Pisani -. La giustizia più volte arriva tardi, ma il tempo sarà il miglior giudice e noi pretendiamo un giusto processo anche per Maradona fino ad oggi solo vittima e capro espiatorio della lotta all’evasione in questo caso proseguita in palese violazione di ogni principio costituzionale e di diritto” .
Il legale di Maradona sostiene di essere in grado di dimostrare l’infondatezza delle richieste del Fisco che poggiano “su una sequela impressionante di anomalie e irregolarità commesse negli anni dalle varie società di riscossione poi fusesi in Equitalia Sud”. “Maradona oramai è, suo malgrado, il testimonial e chiaro esempio per la quantità dell’addebito, delle vittime delle cosiddette ‘cartelle Pazze’ condite di spese, interessi e sanzioni, anche se ammessi da vecchie leggi sbagliate ed oramai abrogate”.
Questo il pensiero dell’avvocato pronto a sostenere le ragioni dell’ex campione argentino davanti alla Commissione Tributaria: “Se Maradona, nel 1988, avesse ricevuto una regolare notifica della originaria cartella esattoriale, di cui a tutt’oggi non esiste ancora prova cartacea dell’esistenza – afferma Pisani -, avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa e dimostrare come altri giocatori che la pretesa del Fisco non era legittima, così come sono riusciti a dimostrare per casi analoghi, la vecchia società Calcio Napoli, oltre che i compagni di squadra del Pibe de oro, Careca e Alemao”.
Non solo. Pisani attacca la società di riscossione Equitalia adducendo come ulteriori ragioni dell’argentino il fatto che “nonostante le violazioni nella procedura di riscossione e nonostante la prescrizione, sia decennale che comunque quinquennale per sanzioni ed interessi, già maturata dal 1999, e cioè prima della notifica di ulteriori avvisi di mora, Equitalia ha continuato a pretendere da Maradona oltre 38 milioni di euro senza mai specificare il perchè voglia incassare tale somma visto che l’originaria somma richiesta dal Fisco era di 8 milioni di euro, mentre l’attuale addebito, senza alcuna specifica e trasparenza, è di oltre 38 milioni, dunque circa 30 milioni di euro in generici e incontrollati interessi, sanzioni, more e chissà quali spese”.
Sul ricorso presentato dal collegio difensivo del Pibe de Oro nominato dall’avvocato Angelo Pisani, dopo una sentenza della Cassazione di solo rito e non di merito e dopo tanti colpi di scena, dunque, la Commissione Tributaria Provinciale ha fissato l’udienza per la trattazione del processo e nella cancelleria della 17° sezione Equitalia Polis Spa ha depositato la sua costituzione e memoria difensiva. “E proprio dalle presunte prove vantate dall’Agente della Riscossione a difesa del suo malloppo milionario – sottolinea Pisani – si evince che Maradona non ha nessuna colpa e responsabilità nei confronti del fisco e soprattutto che oramai è intervenuta una prescrizione insanabile da parte del fisco”. “Infatti – osserva Pisani – dall’unica prova documentale presentata da Equitalia, ossia un avviso di mora del luglio 2000, risulta inconfutabile non solo che dagli anni 88/89/90 fino al 2000 alcun accertamento fiscale o cartella è stato mai notificato al presunto trasgressore con attuale estinzione di ogni credito per maturata prescrizione decennale, ma inoltre che poi lo stesso unico avviso di mora veniva notificato solo in data 19. 6. 2000 prima ad un custode del centro Paradiso e poi in maniera irrituale alla casa comunale in totale violazione dell’art.140 c.p.c., quindi mai a Maradona che in tale data già non risiedeva più in Italia e giocava nel Siviglia, non potendo mai avere conoscenza della già assurda richiesta del Fisco Italiano e non potendo esercitare alcun diritto di difesa con consequenziale nullità ed inammissibilità di qualsivoglia addebito e condanna a suo carico”.