Processo omicidio Petru. Il 16enne ferito non tornerà più in città
“ Una triste pagina di Napoli quella scritta un anno fa alla Cumana di Montesanto, nel quartiere Pignasecca. La morte del giovane romeno e il ferimento di un 15enne sono l’esempio della violenza inaudita della camorra che denigra il nostro territorio. Uccidere un innocente, traumatizzarne un altro: Napoli è diventata ormai una terra sanguinaria dove molti vogliono solo andar via. Come non essere d’accordo con la scelta del ragazzino? Troppe illegalità, troppo sangue, troppi soprusi. Fuggire via da Napoli spesso risulta essere un’ amara ma necessaria scelta. Soprattutto quando si è colpiti in prima persona, quando si diventa vittime innocenti. E’ una decisione che per tanti appare come l’unica alternativa che possa garantire un futuro migliore sia in termini di sicurezza che di lavoro”. Lo ha detto l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori.it, in merito alle scelta del giovane, ferito l’anno scorso ad una spalla da alcuni sicari della camorra, di vivere lontano dalla città partenopea. La sua unica colpa è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma in quello stesso maledetto 26 maggio gli innocenti colpiti furono due. Nell’ agguato perse la vita un giovane romeno, Petru Birlandeanu. Le immagini della videosorveglianza della Cumana hanno fatto il giro del mondo: il romeno a terra, morto, la moglie che gridava aiuto, la gente che terrorizzata scappava. Dopo un anno, il ragazzino è tornato in città per costituirsi parte civile nel processo contro i responsabili della tragedia i quali agirono “per fare un macello”, solo per dare fastidio al clan Mariano, i rivali. Una lotta per il predominio sul terriorio, insoma, che ha coinvolto persone innocenti.