Prodi: rifiuti, vergogna intollerabile
«Non è più tollerabile che l’Italia venga additata a vergogna dell’Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in un’area grande quanto la Campania». Romano Prodi non usa mezze parole rispondendo al cellulare mentre viaggia in auto verso Bologna di ritorno dalla breve vacanza a Campolongo, sulle nevi delle Dolomiti, con accanto la moglie Flavia. Il presidente del Consiglio è preoccupato e arrabbiato dopo le accuse della commissione europea, ha visto in tv i cumuli di spazzatura bruciati per le strade di Napoli e le immagini della protesta contro la discarica a Pianura, ha parlato al telefono con il capo dello Stato e con i ministri competenti, annuncia al «Mattino» che al rientro a Roma seguirà personalmente la vicenda. «Già in questi giorni ho sentito Amato per l’ordine pubblico, Parisi per i siti demaniali, i tecnici e tutti i miei collaboratori che si occupano del problema perché completino gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di interventi strutturali. Non si può più andare avanti così». Prodi è determinato e non disposto a mediazioni. L’insofferenza del premier d’altra parte era apparsa evidente già nelle ultime riunioni sull’argomento: più di una volta ha alzato la voce con chi, nei saloni di Palazzo Chigi, litigava invece di dare soluzioni o disattendeva sul proprio territorio quello che assicurava nelle riunioni romane. Così scendendo verso l’Appennino, lungo strade pulite e imbiancate, pensa a chi – davanti allo spettacolo unico del Golfo di Napoli – ha trascorso le feste tra roghi di rifiuti e allarme diossina. Chiede ai cittadini di essere responsabili ma non si sottrae alla sfida che lo aspetta.
«Sono personalmente impegnato per la soluzione di questa drammatica e per molti versi inspiegabile emergenza. So che durando da 13 anni, cioè da un tempo infinito, la credibilità delle autorità politiche – di tutti quelli che si sono succeduti in questi anni, dunque anche la mia – è scesa ai minimi e quindi è difficile chiedere alla gente ancora di aspettare ma posso assicurare che sarò in costante contatto con il nuovo commissario Cimmino, al quale va la massima fiducia così come è stato con il prefetto Pansa, per verificare uno per uno i provvedimenti da adottare. Perché al punto in cui siamo arrivati è chiaro che il problema va oltre il commissario e investe direttamente la responsabilità del primo ministro». Prodi non fa nomi e cognomi, non può e non vuole. Eppure sono chiari la delusione e il fastidio per come l’emergenza è stata affrontata nel corso degli anni a livello locale, fino a screditare le istituzioni più rappresentative e a investire il governo centrale. Ora finalmente si volta pagina? È lecito dubitare, perché tutto in salita appare il tentativo di risollevare l’immagine di Napoli (e della Campania) liberandola dalla spazzatura. Prodi ha però un alleato importante: il presidente della Repubblica. «Con Napolitano ci stiamo parlando spesso, sapete quanto lui sia legato a Napoli, con quanta partecipazione, con quanto affetto per i napoletani chieda di aiutare la città a uscire da questa incresciosa situazione. Nell’ultima telefonata gli ho ricordato quello che cosa successe a me dieci anni fa, anche allora da presidente del Consiglio: fu decisa la costruzione di una discarica a poco più di un chilometro dalla mia casa di campagna, vicino a Reggio Emilia, dove trascorro con la famiglia le vacanze estive; naturalmente venne da me una delegazione di cittadini che protestava e chiedeva un intervento per bloccare i lavori. Io ci parlai, li rassicurai e li convinsi. I lavori andarono avanti, la discarica è stata costruita senza alcun danno ambientale, senza alcun cattivo odore, rispettando tutte le norme e garantendo la massima sicurezza. Ormai queste cose si fanno in modo perfetto, che nemmeno te ne accorgi. Ecco, gli ho detto: presidente, tu che conosci Napoli molto meglio di me, ma perché lì tutto questo finora non è stato possibile?». E il pensiero va a Pianura, al quartiere dove tornerà in funzione la discarica chiusa nel 1996 e dove un gruppo di abitanti oppone resistenza anche alle forze dell’ordine. Prodi conferma l’annuncio del prefetto Pansa: la decisione è presa, resterà aperta fino a quando non entrerà in funzione il termovalorizzatore di Acerra. Ne ha parlato di nuovo con Amato peri dettagli. «Assicuriamo l’impiego di agenti nel numero necessario affinchè il meritorio sforzo di riaprire la discarica di Pianura possa avvenire nei tempi stabiliti – fa sapere il ministro dell’Interno -. E ci auguriamo senza ostacoli o incidenti di alcun tipo. Il governo si sta adoperando mettendo in campo tutti i mezzi di cui dispone, senza dimenticare che in questi momenti è più che mai importante la collaborazione degli enti locali». Regione, Province e Comuni sono avvisati.
Emergenza rifiuti L’emergenza rifiuti che caratterizza il Bel Paese, e lo pone a livelli da terzo mondo, non è priva di aspetti surreali. Tutti i responsabili giocano a scaricabarile sulla pelle dei cittadini, ed a nessuno passa per la mente l’ipotesi più dignitosa: quella delle dimissioni. E pensare che nella storia d’Italia c’è stato persino un Ministro che si dimise per un calamaio; ma accadde più di cent’anni or sono. Ha ragione Massimo Gramellini, un giornalista non certo di destra: una volta c’era il senso dello Stato, ora c’è uno Stato che fa senso. A proposito di probità e di senso dello Stato: perchè non si è pensato, per questa emergenza, di rivolgersi agli Alpini? Sono un grande Corpo, che ha sempre servito con onore, grande onestà, e cosa che non guasta, con un’organizzazione ed una tempistica ammirevoli. Certo, prima sarebbe stato logico decidere cosa fare delle immondizie, invece di spedirle a destra e manca col pericolo di nuove insurrezioni. A parte la collocazione simbolica davanti alla dimora di Bassolino e soci, bisogna spedirle in Germania, visto che i tedeschi sono attrezzatissimi per lo smaltimento! Poi, accelerare al massimo il compostaggio, grazie agli Alpini, e soprattutto, la realizzazione di un adeguato numero di impianti domestici. In parte, la spesa sarebbe da finanziare riducendo di almeno due terzi il numero di ministri, parlamentari, macchine blu, e via dicendo. E per il resto, facendo pagare le tasse come si deve a dentisti, medici, avvocati, commercialisti, idraulici, cantautori, e compagnia bella. E gli Alpini, sempre a livello di volontariato, presterebbero volentieri la propria opera anche in qualità di esattori. · Amici degli Alpini Ti ringrazio personalmente per i tuoi suggerimenti. Noi a Napoli come cittadini abbiamo ben chiari i Problemi e le soluzioni anche quelle senza inceneritori, sopratutto. Il problema è nelle istituzioni, nel potere decisionale. Stiamo portando avanti una lotta intelligente e pacifica da anni in Campania. La mia speranza è che la cosa possa partire da qui e coinvolgere tutta l’Italia, perchè siamo tutti sotto scacco. Cmq la disponibilità degli Alpini la terremo presente, grazie per la tua mail. Giovanni