Produzione industriale +3,1% a marzo. Crescita dello 0,4% rispetto a febbraio
La produzione industriale italiana a marzo è aumentata dello 0,4% (dato destagionalizzato) rispetto a febbraio e del 3,1%, dato corretto per gli effetti di calendario, i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 23, rispetto a marzo 2010. L’Istat ha inoltre reso noto che nel primo trimestre l’indice è sceso dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Nella media del primo trimestre dell’anno la produzione è cresciuta dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli aumenti sono stati registrati nel comparto dell’energia (+1,5%), nel raggruppamento dei beni strumentali (+1,2%) e in quello dei beni intermedi (+0,5%); negativa è invece la variazione dei beni di consumo (-0,6%). Su base annua l’indice corretto per gli effetti di calendario segna variazioni positive per i beni strumentali (+8,5%) e per i beni intermedi (+3,8%). Diminuiscono, invece, dell’1% gli indici sia dei beni di consumo, sia dell’energia.
I maggiori contributi alla crescita annua dell’indice generale (calcolato sui dati grezzi) sono forniti dalla componente dei beni strumentali (+1,2 punti percentuali) e da quella dei beni intermedi (+0,6 punti percentuali). Nel mese di marzo l’indice corretto per gli effetti di calendario segna, rispetto a marzo 2010, gli incrementi più marcati nei settori della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+16,5%), della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+7,0%) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (+6,7%).
Le diminuzioni maggiori riguardano i settori relativi alla fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-8,2%), alle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,9%) e alla fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-5,6%).
“Anche se i dati sulla produzione industriale italiana sono positivi, il motore dello sviluppo in Italia è ancora inceppato”, ha detto in una nota il segretario confederale dell’Ugl, Cristina Ricci, commentando le stime diffuse dall’Istat ed evidenziando come “fino a quando le famiglie italiane non potranno acquistare i beni prodotti per soddisfare i propri bisogni, anche primari, senza dover ‘tirare la cinghia’ a fine mese, non potremo dirci al sicuro dalla crisi”. “Per raggiungere questo obiettivo – ha aggiunto la sindacalista -, auspichiamo che, a partire dalla rapida attuazione delle prime misure contenute nel dl Sviluppo e della riforma fiscale, più volte annunciata dal governo, si possa arrivare alla piena realizzazione del Piano nazionale di Riforme recentemente presentato dal Cdm”.
Dello stesso avviso anche il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere: “I dati quando sono positivi non possono che essere confortanti ma non è questo il momento di gioire ma è quello delle scelte”. Per il segretario confederale “è un peccato che l’assise di Confindustria di Bergamo sembra essersi più rivolta contro la Cgil e contro la magistratura piuttosto che – ha concluso Scudiere – sollecitare il governo alle sue responsabilità com’era apparso nei giorni scorsi”.