Promotori finanziari battono la crisi, in 2011 boom iscritti +20%
Promotori e consulenti finanziari, agenti assicurativi, mediatori o broker assicurativi, agenti in attività finanziaria, mediatori creditizi. Sono questi i professionisti operanti nell’ambito del mercato bancario, finanziario e assicurativo che si occupano della gestione dei rapporti con la clientela retail/di dettaglio (ossia clientela non professionale), e la cui attività è definita normativamente ed è sottoposta al controllo pubblico.
E, tra venti di crisi nell’economia e i tonfi in Borsa, i promotori finanziari nell’ultimo anno hanno fatto però registrare un vero e proprio ‘boom’. “Il 2011, con dati aggiornati al 10 ottobre -spiega a LABITALIA Joe Capobianco, direttore generale dell’organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari (Apf), che per legge sottopone la sua attività alla vigilanza della Consob- presenta un incremento delle iscrizioni all’Albo, con 1.512 nuovi iscritti nel 2011 che, rispetto allo stesso periodo dell’anno 2010, significano un + 20%”.
La figura del promotore finanziario ha per legge delle peculiarità rispetto agli altri professionisti del settore. “E’ l’unico operatore dell’industria del risparmio -spiega Capobianco- legittimato alla promozione e al collocamento di prodotti finanziari e servizi di investimento nei confronti di clienti al dettaglio, in luogo diverso dalla sede e dalle dipendenze del soggetto abilitato (Sim, Sgr, banche), per cui opera e al quale, come precisato dal dato normativo, è vincolato da un rapporto di lavoro subordinato, da un rapporto di agenzia o di mandato sulla base di scelte contrattuali liberamente operate dalle parti”.
Attualmente l’albo dei promotori finanziari conta circa 55.000 iscritti, di cui oltre 35.000 con un mandato attivo, in un settore in cui operano circa 400 intermediari, tra banche, società di intermediazione mobiliare e società di gestione del risparmio.
“Gli ultimi anni -spiega Capobianco- hanno risentito degli effetti delle crisi di dimensioni mondiali che stanno interessando tutti i mercati. Gli studi di settore in Italia hanno evidenziato come l’assistenza professionale prestata dai promotori ai loro clienti abbia contribuito a stemperare gli effetti dell’emotività che rischiava di produrre danni ingenti sui patrimoni investiti. Tuttavia, non è stato possibile -aggiunge- evitare gli effetti, in termini di flessione degli iscritti, di un periodo di obiettiva difficoltà del mercato”.
Difficoltà che, negli anni scorsi, hanno portato alla diminuzione di iscritti. “Se infatti un andamento decrescente si registra a decorrere dal 2002 -spiega Capobianco- anno in cui si contavano otre 66.700 promotori (con l’unica eccezione del 2007), gli ultimi 2 anni hanno fatto registrare le percentuali più alte di decremento. Va sottolineato però che il 70% delle cancellazioni è relativo a promotori senza un mandato attivo. Un altro fenomeno in atto è il consolidamento del settore -aggiunge- accompagnato da un progressivo invecchiamento della popolazione degli iscritti all’albo dei promotori, dove negli ultimi 10 anni i giovani sotto i 30 anni sono scesi dal 14% al 2% circa sul totale mentre i promotori consolidati sopra i 50 anni sono aumentati da 21% al 39%”.