Prostitute, multe anche in casa
Giro di vite contro la prostituzione a Parma. Il sindaco Pietro Vignali
ha firmato un’ordinanza che aggiunge al divieto di esercitare la
prostituzione negli spazi pubblici anche quello di esercitarla in casa,
se ciò disturba i vicini. Le multe andranno da 25 a 500 euro.
L’ordinanza, voluta dal sindaco, è definita una misura concreta «di
contrasto ai comportamenti che turbano la convivenza civile e offendono
la pubblica decenza negli spazi degli edifici condominiali». La polizia
municipale potrà accertare se l’attività di prostituzione nelle
abitazioni private «venga svolta con modalità tali da provocare
disturbo agli altri residenti od offendere la civile convivenza
condominiale o di vicinato e la pubblica decenza». Ma Vignali non si
ferma qui: «All’interno degli edifici condominiali e nelle pertinenze –
si legge nel testo dell’ordinanza – sono vietati quei comportamenti,
come ad esempio schiamazzi, eccesso di rumore, abbandono di rifiuti e
aggressioni verbali, che ledono la convivenza civile, arrecano disturbo
agli occupanti del condominio, pregiudicano la normale fruibilità degli
spazi privati interni ed esterni e determinano lo scadimento della
qualità urbana». Il dispositivo di attuazione dell’ordinanza, «ferma
restando ogni eventuale conseguenza di tali condotte se rilevanti sul
profilo penale od amministrativo», prevede che le violazioni al
provvedimento comportino nei confronti dei soggetti responsabili
l’applicazione di una sanzione pecuniaria da 25 a 500 euro, «con
facoltà per i responsabili delle attività, fonti e causa dei fatti
degenerativi sopraindicati di estinguere l’illecito con il pagamento
della sanzione in misura ridotta di 300 euro». «È importante ricordare
che la lotta alla piaga della prostituzione, di cui in città si vedono
significativi risultati – spiega Vignali – è una lotta contro un racket
che umilia e rende in schiavitù centinaia di ragazze alle quali
offriamo la possibilità di affrancarsi e iniziare una nuova vita come
scelgono di fare decine di loro affidandosi ai nostri programmi di
recupero». Dal 1999 l’amministrazione ha avviato programmi di
protezione sociale per le ragazze e le donne vittime del racket che
vogliono liberarsi e sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti delle
organizzazioni criminali. Le azioni vanno dal pronto intervento e dalla
pronta accoglienza in strutture protette all’accoglienza in comunità,
alla piena reintegrazione sociale attuata attraverso borse lavoro,
frequenza di corsi professionali, ricerca di occasioni lavorative,
sostegno per l’abitazione. Fino ad oggi sono state seguite oltre 340
donne (quasi 60 nel solo 2008), di cui 25 minori, che al termine del
percorso hanno vista restituita loro la dignità personale e si sono
inserite nella società.
multe anche in casa Ammetto di essere stato battezzato pure io, sai ke ne ho fatto de verb ? L’ho usato x pulirmi il culo !