Psicosi da virus, caccia al vaccino
Tre decessi in poche ore sono tanti,
troppi per non destare allarme tra la gente. Napoli è la città più
colpita d’Italia dall’aggressione del virus dell’influenza A con i suoi
cinque morti: tre in meno di ventiquattr’ore. Cresce la psicosi
soprattutto tra le categorie a rischio: i medici e il personale
sanitario ma anche tassisti, insegnanti, carcerati. Fino a ieri nessuno
era stato ancora vaccinato. E non è un caso se proprio ieri
all’Istituto per i Tumori “Pascale” si è aperta la campagna di
vaccinazione: il direttore generale, Tonino Pedicini, è stato il primo.
Lo stesso si farà nelle carceri campane. Vaccinarsi. Ma dove e quando?
La Federazione italiana medici di medicina generale lancia l’allarme in
Campania: «Le dosi stanno arrivando, tuttavia la macchina organizzativa
non è ancora entrata a pieno regime». Poi un appello: «I medici hanno
il dovere di sottoporsi al vaccino». Dall’assessorato regionale alla
Sanità viene, invece, ribadito che ci sono 130mila dosi già
disponibili, «prima tranche delle 800mila che potremo erogare».
Inutile, secondo l’assessore Mario Santangelo, intasare gli ospedali ai
primi sintomi: «Nei pazienti che non presentino altre patologie e
complicanze – ha detto – il virus si cura a casa come tutte le
influenze. Gli ospedali non dispongono di rimedi “particolari”».
Quanto
al picco di decessi registrato al Cotugno, Santangelo ha ricordato
anzitutto che il nosocomio per le malattie infettive è il punto di
riferimento per tutta la Campania: «Inoltre al Cotugno si sta
effettuando il test per l’H1N1 in maniera più estesa: ciò significa che
si possono scoprire casi di positività in maniera più estesa rispetto
ad altre regioni. Non è il caso di creare allarme».