Quasi ottocentomila napoletani chiamati al voto – Ma in quali condizioni versa la città? Il quadro
Tredici milioni di italiani sono chiamati oggi alle urne, due milioni in Campania, dei quali 788.291 elettori sono nel capoluogo partenopeo. Il rischio astensione è fortissimo, lo dicono tutti gli indicatori. E si stima già che nella città di Napoli ci saranno astensioni record nella tornata che dovrà eleggere il sindaco e 40 consiglieri comunali. Tranne, ovviamente, i diretti interessati (consideriamo solo la moltitudine dei candidati alle Municipalità, quasi tutti in cerca di un posto di lavoro…) e le loro cerchie. Senza contare il grave fenomeno del voto di scambio che, secondo quanto riportato in alcuni articoli, quest’anno sarebbe in forte aumento.
I napoletani dalle mani libere, la stragrande maggioranza di cittadini perbene, hanno molte ragioni per la loro disaffezione al voto. Che deriva dalle condizioni in cui versa la città secondo tutti gli indicatori ufficiali.
Cominciamo dalle tasse locali. Secondo l’autorevole Istituto Openpolis, dal 2010 ad oggi a Napoli, dal 2010 ad oggi, la pressione dei tributi locali è cresciuta del 138% che tradotto in euro significa questo: nel 2010 pagavamo in media 364,99 euro a testa mentre oggi ne versiamo 870,66. Altri indicatori li ha resi noti il quotidiano Il Mattino, nella impietosa e rigorosa analisi di Paolo Barbuto, che ha attinto i dati da fonti ufficiali tra le quali lo stesso sito del Comune.
La raccolta differenziata nel 2011 era al 18%. Nel 2016 è appena al 22%, contro una media nazionale pari al 45%. Gli scippi, negli ultimi cinque anni fanno segnare un dato da brivido: + 64%
Peggio ancora sul versante LAVORO. A Napoli – ci dice l’Istat nel Rapporto 2016 – il TASSO DI OCCUPAZIONE continua ad abbassarsi in maniera costante: negli ultimi dieci anni è passato dal 42,5% del 2004 all’attuale 36,2%, facendo segnare il record negativo assoluto in Italia.
Pur considerando tutto questo, NOI CONSUMATORI invita i cittadini ad andare a votare e ad esercitare fino in fondo il loro diritto, qualunque sia la loro scelta. Purché sia consapevole e libera. Non è possibile lasciare la città in mano al populismo, all’improvvisazione, alla demagogia e soprattutto all’ignoranza di tanti candidati al Consiglio o alle Municipalità: è bastato ascoltarli per capire che non sarebbero in grado nemmeno di superare un esame di terza media o semplici quiz attitudinali. Come possono pensare di governare territori complessi come quelli della nostra città?
Angelo Pisani
I candidati nelle liste napoletane sono professionisti con una solida posizione sociale , si candidano per difendere la sole posizione sociale ed economica personale. Occorre prima di accettarli nelle liste presentare l’ultima dichirazione dei redditi familiare e carichi pendenti.