Quell’emendamento che cancella le multe ai manager del parastato
È STATO approvato giovedì alla Camera un emendamento alla legge comunitaria 2010 che estende la responsabilità civile dei magistrati, che renderà nulle una serie di sentenze della Corte dei Conti per danno erariale. La legge “intimidatoria” (come l’ha definita Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia alla Camera, ora anche la “proposta emendativa” salva-manager.
In sostanza questo emendamento cancellerà le “multe” comminate ai manager di società partecipate dallo Stato sopra il 50 per cento, non solo, dice il testo, “per i giudizi pendenti”, ma anche per quelli “accertati con sentenza passato in giudicato”. Sono due, tra le tante, le sentenze in cui manager sono stati condannati a risarcire allo Stato milioni di euro che rischiano ora di essere annullate: quella che ha visto la condanna di ex e attuali consiglieri di amministrazione della Rai, che devono pagare, secondo una sentenza della Corte dei Conti, un milione e 800 mila euro a testa per la nomina, avvenuta nel 2005, a direttore generale di Alfredo Meocci, che non avrebbe potuto ricoprire la carica. Si tratta di Marco Staderini, Giuliano Urbani, Gennaro Malgieri in carica all’epoca insieme ai due consiglieri che a tutt’oggi ricoprono questo incarico, Angelo Maria Petroni e Giovanna Bianchi Clerici.
Ma c’è un’altra condanna e dunque altri manager che si salveranno grazie a quell’emendamento: si tratta degli ex vertici di Trambus condannati per aver violato
le regole sulla concorrenza. La cifra in ballo in questo caso si aggira intorno ai due milioni di euro. I condannati sono ex manager di Trambus (società oggi confluita in Atac): l’ex presidente Raffaele Morese, l’ex amministratore delegato Filippo Allegra, gli ex consiglieri di amministrazione Luigi Lusi, Fabio Petroni e Salvatore Alfano e agli ex sindaci Antonio Lombardi, Giuseppe Alivernini e Mario Calandro.
La contestazione riguardava in questo caso un patto stretto tra i manager di Trambus e le aziende di trasporto pubblico di altri Comuni (a partire da Bologna e Firenze) per tagliare fuori la concorrenza. Nel 2007 aveva indagato sulla vicenda l’Antitrust, arrivando a multare la società per due milioni di euro (una decisione poi confermata da Tar e Consiglio di Stato). Dopo l’Antitrust, i documenti erano arrivati ai magistrati della Corte dei Conti che, dopo le verifiche contabili, hanno condannato per “colpa grave” i vertici dell’azienda.