Rapina: l’utilizzo di una pistola giocattolo aggrava il delitto
Oltre alla rapina c’è l’aggravante dell’uso delle armi, anche se la minaccia è realizzata con un’arma giocattolo. Pertanto, per quantificare la pena nel concorso di reati, tale delitto è da considerarsi più grave rispetto all’altro per cui il rapinatore è stato condannato. Così ha deciso la Cassazione, con la sentenza 7973/13.
Il caso
E’ condannato dal Tribunale a 6 anni e 8 mesi di reclusione ed al pagamento di 4mila euro di multa, per rapina aggravata e lesioni personali alla guardia giurata della banca. Con due complici, mai identificati, era riuscito a rubare più di 11mila euro. La Corte d’Appello, vista la condanna irrevocabile dello stesso soggetto, decisa dal GUP di un altro Tribunale per un’altra rapina, riconosce la continuazione dei reati, rideterminando la pena in 7 anni e 8 mesi di reclusione e la multa in 4.600 euro. Quindi un anno di reclusione e 600 euro di multa in più. Contro la decisione, il condannato ricorre in Cassazione. Sostiene che poiché è stato assolto dal delitto di porto e detenzione di arma da sparo non vede come possa essere riconosciuta l’aggravante dell’uso di arma. E secondo questo ragionamento, essendo stato utilizzato un temperino per eseguire le minacce, sarebbe da considerarsi più grave l’altra rapina, per cui era stata inflitta una pena meno grave. La S.C. rileva che l’assoluzione rispetto al delitto di detenzione d’arma da sparo «non elimina la ricorrenza dell’aggravante contestata». La Corte ribadisce che «in tema di rapina, sussiste la circostanza aggravante dell’uso delle armi qualora la minaccia sia realizzata utilizzando un’arma giocattolo». Portare con sé un’arma giocattolo priva del tappo rosso non è reato, ma, vista la somiglianza con un’arma vera, può costituire elemento costitutivo o circostanza aggravante nel caso di furto, rapina, minaccia, violenza a pubblica ufficiale o nel caso di delitti di natura elettorale o contro la sicurezza della navigazione aerea. La Corte conclude quindi affermando che l’assoluzione «non incide sulla logicità della motivazione per la parte in cui la sentenza impugnata ha ritenuto più grave la rapina» con arma giocattolo, «con conseguente corretta quantificazione della pena». Per questi motivi il ricorso viene rigettato.