Rapporto su Ecomafia, primato della Campania
Crescono i crimini contro l’ambiente che nel 2010 sono arrivati a 30.824 accertati, pari a 84 al giorno, 3,5 ogni ora. E questo circolo criminale che colpisce dai rifiuti all’abusivismo edilizio al settore agroalimentare e anche all’archeologia ha prodotto nell’ultimo anno un fatturato pari a 19,3 miliardi di euro. A tracciare lo scenario del crimine contro l’ambiente è ‘Ecomafia 2011’ di Legambiente presentato oggi a Roma nella sede del Cnel.
Pesanti le cifre anche sui rifiuti pericolosi sequestrati, pari a 2 milioni di tonnellate solo in 12 delle 29 inchieste per traffico illecito di rifiuti messe a segno dalle forze dell’ordine nel corso del 2010. Mentre il volume dei traffici illegali di rifiuti, potrebbe coprire
In testa alla classifica dell’illegalità ambientale c’è
786 reati accertati pari, dunque al 13% del totale nazionale, 919 tra persone arrestate e denunciate e 348 sequestri. Seimila sono invece le case abusive edificate nell’ultimo anno con una cementificazione di
“I dati presentati da Legambiente fanno rabbrividire. L’ecomafia è un fenomeno che presenta diramazioni ovunque ed estremamente insidiose in primis nel campo dello smaltimento dei rifiuti e dell’abusivismo edilizio – commenta l’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione NoiConsumatori -. Nonostante i tanti allarmi le autorità hanno fatto ben poco per la prevenzione e per intensificare le verifiche che non si sono mostrate costanti e durature nel tempo. Finora l’ecomafia ha danneggiato gravemente i nostri territori e la salute dei cittadini con discariche fuorilegge ed altamente tossiche incrementando un giro d’affari sporco a vantaggio dei clan criminali. Ma ciò non è accaduto solo in Campania ma in tutto il Paese. Purtroppo in Campania la cattiva amministrazione degli ultimi anni, non in grado di gestire e di far fronte adeguatamente al fenomeno criminale, ha procurato alla cittadinanza ed al patrimonio ambientale gravi problemi che ancora oggi i cittadini subiscono direttamente sulla propria pelle. E’ arrivato il momento di dire Basta e di combattere questo cancro che fa marcire il nostro Paese. Con i dati alla mano adesso è necessario che si riparta, serve una collaborazione attiva e duratura tra istituzioni e cittadini per interventi diretti e appropriati, una sinergia che miri ad una nuova cultura incentrata sul rispetto della legalità e dell’ambiente e sulla sicurezza” – conclude Pisani.