Rc auto, disdette dalle compagnie e aumenti record: pioggia di ricorsi
Più di un reclamo ufficiale al giorno, centinaia di segnalazioni alle
Associazioni dei consumatori. È boom di disdette «forzate» sulle polizze
Rc auto, e gli automobilisti napoletani insorgono. Sono in costante
aumento le lamentele dei cittadini che, allo scadere della copertura
annuale dell’assicurazione, ricevono una lettera dalla compagnia
assicuratrice con cui si rescinde il contratto unilateralmente,
inducendo il cliente, talvolta anche virtuoso, a rivolgersi ad un altro
concorrente. Con costi quasi sempre maggiorati del 10-20%, nonostante
l’Isvap più volte abbia invitato le aziende, nel caso l’assicurato
chieda di riprendere il rapporto, a stipulare un nuovo contratto e a
garantirgli al contempo la classe di merito (e la tariffa) pregressa.
Negli
ultimi 5 anni il conflitto sulle disdette unilaterali si è inasprito
progressivamente, con le Compagnie prese di mira sia dagli Organismi di
vigilanza che, in toni ancora più accesi, da Aci e Associazioni di
consumatori, che già a metà del 2012 raccontano di aver ricevuto, nella
sola Campania, centinaia di segnalazioni di automobilisti che si sono
ritrovati la lettera di disdetta della Rc Auto nella cassetta della
posta. Partendo dall’Isvap, l’Authority ha raccolto solo nel 2010 oltre
31mila reclami, di cui circa 1700 (il 5,5%) riferiti a disdette, rifiuti
a contrarre e aumenti improvvisi di tariffe.
Nello specifico dalla
Campania sono partiti 7.200 reclami, e confermando la stima del 5,5% si
arrivano a contarne circa 400 riferiti a disdette e rifiuti a contrarre.
Dunque più di uno al giorno. Il tutto facendo registrare una crescita
esponenziale rispetto al primo periodo (2006-2007) in cui sono stati
diffusi i dati su reclami di questa tipologia, che cinque anni fa si
fermavano a 200 in tutta Italia.
Col tempo sono arrivate le prime
sanzioni: l’Isvap ha concluso ben 14 Istruttorie, con 14 milioni di
multa a Compagnie che avevano eluso l’obbligo a contrarre (rifiutandosi a
vario titolo di stipulare la polizza). L’Antitrust poi ha recentemente
ha comminato una sanzione (450mila euro) a un gruppo che aveva
collezionato centinaia di disdette tra Campania e resto del meridione.
Va detto che la Campania resta la regione con il maggior numero di
assicurati per agente (3.041) e soprattutto Napoli si è recentemente
confermata provincia con maggiori costi medi delle polizze (fino a 3800
euro per un’ultima classe per 18enni).
Allo stesso modo sotto il
Vesuvio sussiste la più alta percentuale di frodi legate a sinistri
(circa il 10% sul totale), un fattore che produce parte delle disdette
ma non tutte. E i costi di partenza alti rendono ancora più arduo
ricontrattare con una seconda Compagnia.
«Il fenomeno delle disdette
massive si sta allargando a macchia ad olio nelle città più a rischio
come Napoli – spiega il presidente dell’Aci partenopea Antonio Coppola –
Il problema è che l’assicurato erroneamente pensa di dover rivolgersi
obbligatoriamente ad un’altra compagnia, che quasi sempre propone
contratti a prezzi maggiorati del 10-20%. Invece, per questo tipo di
vicenda, non solo permane l’obbligo a contrarre per qualsiasi compagnia,
ma quella che ha disdetto è tenuta, se viene richiesto dal cliente, a
confermare la polizza per l’anno successivo, e senza applicare aumenti
ulteriori rispetto ai parametri Istat. Questo vale per gli automobilisti
virtuosi, troppo spesso vittima di queste disdette».
L’Aci chiede
più controlli sulle compagnie, così come la Federconsumatori, che con
Rosario Stornaiuolo ricorda che «le segnalazioni di consumatori
costretti alla disdetta sono ormai decine ogni mese, e il tutto va ad
aggravare una situazione che vede in difficoltà non solo le famiglie, ma
persino i tassisti e le aziende di autobus che non vogliono o non
riescono più a rinnovare la polizza per i costi proibitivi odierni».
Il
«conflitto» è più che mai aperto, intanto a Roma si discute
sull’universo Rc Auto e già oggi in Consiglio dei Ministri potrebbero
modificarsi le norme sui contratti, in primis con l’eliminazione della
clausola di «tacito rinnovo».