Reati e crimini ambientali, in Campania tutti i record (e i rischi) negativi
Al primo posto si conferma la Campania, mentre scala la classifica il Lazio, che passa dal quinto posto del 2008 al secondo, al terzo posto la Calabria. È la speciale classifica delle regioni italiane per l’illegalità ambientale, compilata da Legambiente nell’ambito del rapporto sulle Ecomafie. La sorpresa è il Lazio, che sale al secondo posto (era al quinto nel 2008), soprattutto per i reati contro il patrimonio faunistico, mentre il suo territorio è sempre più esposto alle infiltrazioni dei clan, in particolare nel Sud pontino, con Latina che si attesta addirittura al terzo posto nella classifica provinciale del ciclo del cemento in Italia.
Al primo posto stabile la Campania con 4.874 infrazioni accertate (il 17% sul totale nazionale). Al terzo posto la Calabria, con 2.898 infrazioni seguita dalla Puglia con 2.674 infrazioni. Scende di due posizioni la Sicilia, al quinto posto con 2.520 infrazioni accertate, mentre la Liguria si conferma come lo scorso anno, quale prima regione del Nord Italia con il maggior numero di reati: 1.231. Nel ciclo dei rifiuti si è registrato un significativo aumento delle infrazioni accertate: 5.217 nel 2009, erano 3.911 nel 2008, con un incremento del 33,4%, ma anche delle denunce (6.249, erano 4.591 l’anno precedente), e degli arresti: 2.429 a fronte dei 2.406 del 2008.
La Campania si conferma in testa alla classifica con 810 reati accertati (15,5% del totale nazionale), seguita da Puglia (735 infrazioni), Calabria (386), Sicilia (364) e Toscana (327). Prima regione del Nord è il Piemonte, ottava, con 270 reati.