Reato minacciare licenziamento a chi non vuol fare straordinari
Commette un reato il datore di lavoro che minaccia il licenziamento a un dipendente che non accetta “di svolgere l’attività lavorativa fuori dal normale orario di servizio”. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione,
confermando la condanna di un caporeparto. In particolare, costringendo
la dipendente a tollerare il suo comportamento, il datore di lavoro risponde dei reati di minacce e di violenza privata.
L’imputato
aveva ripreso una dipendente per non aver accettato di svolgere
l’attività lavorativa fuori dal normale orario di servizio, asserendo
che “l’avrebbe messa a fare del lavoro molto pesante o con macchinari
difficili da utilizzare di modo che sarebbe stata costretta a
licenziarsi per non stressarsi” e prospettandole, con la minaccia di
licenziamento, un “ingiusto danno”.
La Suprema Corte ha
respinto il ricorso dell’uomo e confermato la condanna del tribunale di
Perugia a pagare una multa di 51 euro e al risarcimento danni alla
parte offesa.