Reclamano un posto di lavoro: sciopero sul cratere del Vesuvio a discapito del turismo a Napoli
Centinaia di stranieri sono stati costretti
a tornarsene a casa senza poter accedere al sentiero che conduce al
cratere del vulcano a causa di uno sciopero. I lavoratori dal canto loro
sul futuro occupazionale reclamano risposte da Regione ed Ente parco.
«Vogliamo che venga fatta subito chiarezza – spiega Ciro Fusco della
Cisl -. Agli Lsu di due cooperative che si occupavano della
manutenzione dei sentieri, era stata assicurata la stabilizzazione del
lavoro e invece sono trascorsi più di due anni e siamo ancora in attesa
di risposte».
Da ieri mattina, dunque, è scattata la linea dura:
occupazione delle sedi del Parco nazionale a San Sebastiano e Ottaviano
e dell’ingresso al sentiero che conduce al cratere. Una decisione che
ha raccolto la solidarietà degli addetti alla biglietteria a quota
mille, i quali hanno interrotto l’erogazione di ticket rendendo
inaccessibile il percorso che conduce al gran cono.
«Non siamo i
promotori di questa protesta – spiegano i bigliettai, a loro volta
impegnati in una vertenza con l’ex Recam – ma non possiamo che essere
solidali con chi reclama il posto di lavoro che gli era stato
assicurato. Anche noi non percepiamo lo stipendio da quattro mesi e ci
auguriamo che entrambe le vertenze possano risolversi».
La
protesta degli Lsu colpisce anche gli altri lavoratori che operano in
prossimità del cratere: «Anche se il maltempo ha dimezzato il numero
dei visitatori, ci sono comunque centinaia di turisti costretti a
tornare a casa senza aver potuto visitare l’area più caratteristica del
Parco – commenta Luigi Maisto, guida alpina vulcanologica in servizio
sul Vesuvio -. Esprimiamo la massima solidarietà a coloro che
protestano. È necessario risolvere questa situazione entro il ponte del
Primo maggio, in cui è previsto il massimo afflusso: dopo l’emergenza
rifiuti, un ulteriore danno d’immagine sarebbe letale per il turismo
nell’area vesuviana».
La possibilità che lo sciopero possa protrarsi
fino al prossimo weekend, tuttavia, è esclusa dal presidente del Parco:
«Ho parlato con i promotori della protesta – afferma Ugo Leone – e ho
spiegato che i progetti che prevedono il reinserimento lavorativo sono
in dirittura d’arrivo. Molti saranno impiegati nella manutenzione
organizzata da Ente parco e Regione. Gli enti pubblici devono
ottemperare ad adempimenti burocratici che allungano notevolmente i
tempi, ma questa volta credo che in pochi giorni la vertenza sarà
chiusa».