Regolarizzazione delle badanti, pratiche lumaca
mesi dalla chiusura del provvedimento di emersione dei rapporti di
lavoro irregolari di colf e badanti, varato dal governo l’estate scorsa
nell’ambito del «pacchetto anticrisi», le associazioni di volontariato
e i sindacati che assistono gli immigrati, e che al tempo stesso
dialogano con le famiglie, sottolineano l’insostenibile lentezza con
cui le pratiche stanno procedendo. Le domande sono state oltre ottomila
e ad oggi poco meno del 3% del totale è stato vagliato.
«Sono
stati convocati solo i datori di lavoro e i lavoratori che hanno
inoltrato la domanda nei primissimi giorni di settembre: la gente sta
soffrendo per questi ritardi, le immigrate restano in una situazione
“sospesa” dopo anni che aspettano di avere qualche diritto e anche gli
anziani sono in ansia», è quanto hanno spiegato a La Stampa.
Il
viceprefetto aggiunto Maria Pia Terracciano, dirigente dell’area in cui
è inserito lo Sportello Unico per l’Immigrazione presso la Prefettura –
che a Torino è gestito dalla Direzione Provinciale del Lavoro -,
illustra numeri e prospettive di soluzione. «Le domande di emersione
presentate sono 8297. Al 26 gennaio – spiega – 291 risultano concluse:
datore di lavoro e lavoratore hanno firmato il contratto e il
lavoratore ha ricevuto il kit per inoltrare la richiesta di soggiorno
in base alla quale sarà poi convocato dalla Questura». Il perché dei
ritardi nello smaltimento è evidente. «Lo Sportello Unico, con gli
attuali undici impiegati, deve occuparsi oltre che dell’emersione,
delle pratiche del decreto flussi 2007, e dei ricongiungimenti
familiari. Per questi ultimi, particolarmente delicati, si cerca di
limitare il più possibile i tempi d’attesa a uno-due mesi», spiega la
dottoressa Terracciano. «Da lunedì, però, la situazione è destinata a
migliorare: arrivano i dieci lavoratori interinali che il ministero ha
destinato alla Prefettura di Torino. Altri arriveranno in Questura e
quindi le cose miglioreranno: la previsione è di convocare tutti entro
l’anno».
Il dottor Agostino Del Balzo, coordinatore
dell’Ispezione del Lavoro, interfaccia tra Dpl e Sportello Unico,
aggiunge che «nel 50% dei casi la documentazione con cui i convocati
arrivano all’appuntamento è incompleta e questo fa perdere altro tempo
prezioso. Poi, per far fronte a tutte le incombenze, finora abbiamo
dovuto limitare le convocazioni a due giorni la settimana. Purtroppo,
siamo ancora alle prese con il decreto flussi 2007». L’assegnazione dei
posti delle quote di quell’anno è ed è stata travagliata ed esposta a
raffiche di ricorsi per i guai giudiziari in cui sono incorsi,
all’epoca, alcuni addetti allo Sportello. «Un altro problema che
verifichiamo – dice Del Balzo – è una certa quantità di domande
fasulle, vere e proprie truffe anche ai danni di cittadini italiani di
cui è stato utilizzato un documento rubato».
Nel frattempo,
l’Inps – che al momento della domanda di emersione aveva richiesto il
versamento di 500 euro come ammenda per l’irregolarità e per i
contributi del trimestre aprile-giugno – ha inviato nuovi bollettini
per i contributi luglio-settembre, dovuti dal momento che l’emersione
prevedeva un rapporto di lavoro partito nell’aprile 2009 e in corso in
settembre. «Sono numerose le segnalazioni – dicono i sindacati – che
riguardano datori di lavoro che costringono gli immigrati a pagare.
Purtroppo, senza la firma del contratto, il lavoratore non può cercarsi
un nuovo posto…». E da Cgil, Cisl e Uil è partita una richiesta di
incontro con i responsabili dello Sportello: «Chiediamo che per
trasparenza le convocazioni dell’emersione siano inserite in
www.prefettura.it/torino con il numero identificativo della pratica e
il giorno».