Relazione annuale dell’antitrust: necessaria più concorrenza nel mercato. I consumatori apprezzano
In occasione della relazione annuale, il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà ha sottolineato la necessità inderogabile dell’aumento della concorrenza nel nostro Paese.
In particolar modo, Catricalà ha insistito sulla necessità di riprendere la strada delle liberalizzazioni, ormai non praticata da ben due anni, oltre che interventi strutturali per fare in modo di uscire una volta per tutte da questa crisi. Le misure però dovranno essere più incisive rispetto a quelli fino a questo momento attuati dall’esecutivo. Il presidente ha ricordato come sin dallo scorso febbraio una segnalazione Antitrust abbia elencato gli interventi necessari a fronte dei quali però il disegno governativo ancora non è stato presentato.
L’Antitrust, ha dato anche la propria disponibilità per segnalare eventuali norme che pongono in essere una lesione della concorrenza. Il governo, d’altra parte, sta cercando di venire incontro a queste esigenze, sviluppando due schemi di disegni di legge che vadano ad intervenire sugli articoli 41 e 118 della Costituzione. Le parole di Catricalà sono state positive in merito alle riforme costituzionali solo se finalizzate ad aprire una nuova stagione di liberalizzazioni.
Nella relazione, Catricalà ha rilevato, tra le altre cose, come a causa della mancanza di concorrenza i costi degli input produttivi siano molto più elevati in confronto alla media europea. Nello specifico il 28% in più per l’energia elettrica, il 6% in più per i fidi e addirittura il 100% per la responsabilità civile automobilistica, su cui l’Antitrust ha recentemente avviato un’idangine conoscitiva. E’ L’adeguamento dei costi a quelli degli altri Paesi Europei darà respiro alla grande industria e ai distretti; consentirà prezzi più bassi; renderà probabile l’aumento dei consumi delle famiglie. Perché ciò accada, ha ribadito Catricalà “è necessario iniettare nel sistema dosi massicce di concorrenza”.
I principali settori sui cui dovrebbe intervenire con le liberalizzazioni sono quelli delle poste (soprattutto per quanto riguarda i servizi postali ), i trasporti, la finanza, l’energia e i servizi pubblici locali.