Rifiuti in Campania: 13 milioni di tonnellate smaltite illegalmente
Negli ultimi tre anni si ipotizza che in
Campania siano stati smaltiti illegalmente in tutta la regione circa 13
milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie. Lo sottolinea
Legambiente nel rapporto Ecomafia 2009 presentato oggi a Roma. In
particolare, riferisce il rapporto, tradotti in camion, questi 13
milioni di tonnellate significano «520 mila tir che hanno attraversato
mezza Italia per concludere i rispettivi tragitti nelle campagne
napoletane, nell’entroterra salernitano, nelle discariche abusive del
casertano o ancora, più recentemente, nei terreni scavati nel
beneventano e nell’avellinese». Citando i dati dell’Agenzia regionale
per l’ambiente (Arpa), Legambiente sottolinea che sono 2.551 i siti da
bonificare tra discariche, zone di abbandono incontrollato di rifiuti o
sversamenti di residui industriali.
Dal 2002, anno
dell’introduzione dell’organizzazione del traffico illecito di rifiuti,
in Campania sono state arrestate 217 persone, altre 352 sono state
denunciate, ben 95 aziende coinvolte con il coinvolgimento di ben sei
procure a livello regionale. Solo secondo i dati della Guardia di
Finanza nel 2008 sono state ben 1035 le discariche abusive individuate,
una cifra sottostimata che non tiene conto dell’operato dei Carabinieri
e del Corpo Forestale.
Cemento illegale. Dopo anni di
costante flessione, nel corso del 2008, in tutta Italia l’abusivismo
sembra aver rialzato la testa. Stabile e solida al primo posto la
Campania anche per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento. Nel
2008 sono oltre 6000 le case abusive realizzate: 1.267 infrazioni
accertate, 1.685 persone denunciate e 625 sequestri, afferma
Legambiente. «Il cemento – si legge nel rapporto – è il luogo ideale
per riciclare i proventi dalle attività criminose e nel caso campano si
tratta di proventi ingenti che si traducono in interi quartieri
abusivi. Il 67% dei comuni campani sciolti per infiltrazione mafiosa,
dal 1991 a oggi, lo sono stati proprio per abusivismo edilizio».
L’abusivismo non risparmia neppure le località di pregio, a cominciare
dalle costiere (amalfitana e cilentana) e dall’area dei templi di
Paestum, come a Ischia. Stabile al secondo posto, nella classifica del
cemento illegale, è la Calabria, seguita da Lazio e Sicilia. Sono quasi
raddoppiate in un anno le persone denunciate e così pure i sequestri.
All’indiscusso primato campano
contribuiscono anche i dati provenienti dal territorio che un tempo era
definito agro sarnese-nocerino, e che ora di agricolo ha conservato ben
poco, con 300mila metri quadri cementificati illegalmente su un’area di
158 chilometri quadrati. Negli ultimi 20 anni in questo territorio
oltre 27mila persone sono state denunciate per abusi edilizi, in
pratica il 10% della popolazione. In 5 comuni su 13 dell’agro nocerino
sarnese (Angri, Nocera Inferiore, Sarno, Scafati e Roccapiemonte) sono
state emesse 3479 ordinanze di demolizioni (1785 riguardano immobili
completamente abusivi). Al 31 dicembre 2008 solo 42 sono state
regolarmente eseguite, pari all’0.8%.
Per il quindicesimo anno di fila la
Campania è maglia nera nell’illegalità ambientale, nel ciclo dei
rifiuti e del cemento. In Italia, un reato su sei viene commesso in
Campania. Sono state 3466 le persone denunciate ed arrestate e 1693 i
sequestri. Un giro d’affari complessivo in Campania dell’ecomafie
stimato in circa quattro miliardi di euro gestito da ben 77 clan. Un
sistema che controlla tutto dal ciclo dei rifiuti al ciclo del cemento
passando per l’agromafia e l’archeomafia. “In Campania si sta uccidendo
lentamente senza sparare – hanno commentato Michele Buonomo e Raffaele
Del Giudice, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente
Campania – dove tra cemento e rifiuti si è saldata l’alleanza
strategica tra la camorra ed i colletti bianchi”.
Il procuratore nazionale antimafia Pietro
Grasso nella prefazione al rapporto Ecomafia di Legambiente scrive: “In
Campania prospera quel sistema criminale della camorra che si fonda
sulla dissimulazione della reale natura dei rifiuti, prevede il
controllo totale delle discariche abusive e spesso esercita attività
estorsiva a carico dell’imprese che si occupano dell’illecita attività.
Senza contare che appartenenti alla pubblica amministrazione – in
alcune circostanze- sono i primi conniventi di queste organizzazioni
criminali, facilitando l’acquisizione di provvedimenti autorizzativi
per impianti fatiscenti e tecnicamente carenti”.