Rifiuti: Italia condannata per la trasposizione tardiva e non conforme della normativa comunitaria in materia
Il giudice comunitario condanna l’Italia per avere autorizzato, dal 2001 al 2003 nuove discariche riservando ad esse i criteri meno stringenti previsti per le discariche preesistenti e per non aver applicato anche alle vecchie discariche le regole sul trattamento dei rifiuti pericolosi.
La Corte europea di giustizia condanna ancora una volta l’Italia per la gestione dei rifiuti. In questo caso, per la tardiva e non corretta applicazione della direttiva 1999/31/CE volta a prevenire le ripercussioni negative sull’ambiente derivanti dalle discariche di rifiuti. La Corte, in particolare, con la sentenza del 10 aprile resa nel procedimento C-442/06, ha riconosciuto valide le accuse della Commissione Europea, secondo la quale il decreto legislativo numero 36/2003 con cui si sono, comunque tardivamente, trasposte le norme comunitarie, viola alcuni articoli della direttiva medesima. Il decreto infatti applica, nell’ordinamento italiano, alle discariche autorizzate tra il 16 luglio 2001 e il 27 marzo 2003 (data in cui e’ entrato tardivamente in vigore il decreto), il trattamento riservato alle discariche preesistenti e non quello, più rigoroso, previsto per le discariche nuove. Le autorità italiane avrebbero così deliberatamente scelto di violare le disposizioni comunitarie interessate, dato che, anche trasponendo tardivamente la detta direttiva, esse avrebbero potuto e dovuto assoggettare queste stesse discariche al trattamento riservato dalla stessa direttiva alle discariche nuove. Anche per i rifiuti pericolosi, le regole transitorie previste non sono state applicate alle discariche preesistenti mentre sono state applicate solo per quelle nuove, sempre in contrasto con la normativa comunitaria.