Rifiuti, Letta scrive alla Iervolino: «Piano fermo, Comune a rischio multe»
L’obiettivo è dunque quello di evitare «l’adozione di sanzioni oltremodo onerose per lo Stato Italiano».
Il 4 gennaio il presidente della Provincia, Luigi Cesaro, il sindaco Iervolino, il governatore Caldoro e i rappresentanti di tutte le altre amministrazioni provinciali avevano concordato a Roma, nel corso di un vertice con il sottosegretario, una serie di interventi necessarii per il superamento della «situazione di criticità». Si trattava di quattro azioni strutturali e di cinque funzionali. Le prime prevedevano la realizzazione di una discarica da un milione di tonnellate in provincia di Napoli, di un sito di trasferenza nel Comune, di impianti di compostaggio negli stir e di un impianto per il trattamento del rifiuto indifferenziato. Le seconde puntavano su: avvio di un efficiente sistema di raccolta differenziata a Napoli e in tutti quei comuni che hanno una percentuae inferiore al 25 per cento, accordo con le Province di Avellino e Benevento per la lavorazione di 250 tonnellate di rifiuti nei loro stir, apertura della discarica di Macchia Soprana, conferimenti fuori regione, modifiche al decreto legge allora in conversione.
È evidente che a due mesi e mezzo dalla firma del piano si è ben lontani dalla sua realizzazione: la discarica da un milione di tonnellate è stata archiviata da tempo, e anzi si discute l’ipotesi di archiviare il principio della provincializzazione; la differenziata non è mai decollata, per il sito di trasferenza non sono arrivate le necessarie autorizzazioni, i siti di compostaggio non sono stati avviati. L’intero sistema continua a puntare sui trasferimenti negli stir delle altre Province e sui viaggi verso le Regioni che si fanno pagare a caro prezzo il servizio reso.
«Stiamo lavorando a pieno ritmo ai siti comprensoriali che accoglieranno il materiale stablizzato e nei prossimi giorni risponderemo al sottosegretario sottolineaneando tutto quello che stiamo facendo», spiega Cesaro. E anche gli uffici comunali sono al lavoro per sottolineare le difficoltà, soprattutto di carattere economico, incontrate per allargare la differenziata. Ma la commissione europea chiede anche un piano regionale per i rifiuti approvato dal consiglio per sbloccare i fondi destinati all’Italia e non avviare una nuova procedura. E su questo fronte sta lavorando l’assessore Giovanni Romano: il piano commissionato al dipartimento di Scienze ambientali della facoltà Federico II è giunto ormai alla sua quarta bozza e dovrebbe presto essere discusso dalla giunta. La presentazione potrebbe avvenire già la prossima settimana.