Rifiuti Napoli, l’Asìa senza più fondi A rischio la raccolta differenziata
NAPOLI E tanto meno ha sborsato un euro. Così l’Asìa, come tutte le ditte che Basti pensare che il 22 marzo il capo della tesoreria dello Stato di Del resto, uno dei compiti della missione stralcio è proprio quello di Soldi che la Sapna dovrebbe versare all’Asia ma che, per il momento, E a quanto pare aspettano di essere pagate anche la Ibi che gestisce la L’amministratore unico, Corrado Catenacci, è al lavoro da giorni e Nei giorni scorsi il consigliere provinciale Tommaso Sodano ha
(16 aprile) – Seicentomila euro ogni mese per pagare i dipendenti degli
stir di Tufino e Giugliano, l’Asìa è costretta a economizzare sullo
spazzamento e sulla differenziata e la città rischia di restare sporca.
La Sapna, la società provinciale che dovrebbe pagare il servizio alla
municipalizzata, infatti , non ha ancora varato il piano industriale né
stabilito le tariffe per i conferimenti.
stanno lavorando nel settore rifiuti, è costretta ad anticipare. E non
è solo la società provinciale a non versare il dovuto: anche il
liquidatore del consorzio Napoli-Caserta fatica a ottenere i pagamenti
dai Comuni che si avvalgono del servizio. Una situazione che mette a
grave rischio l’intero ciclo dei rifiuti che si trova in un vicolo
cieco: le spese negli anni dell’emergenza sono diventate esorbitanti, i
fondi statali sono da tempo esauriti, gli enti locali non pagano e il
sistema rischia da un momento all’altro di crollare.
Napoli ha notificato alla missione gestione contenzioso del
sottosegretario Bertolaso la notizia di un avviso di pignoramento
partito dal tribunale su istanza della Ga.Fi, una ditta che aspettava
dal 2000 il pagamento di 178mila euro diventati nel frattempo 205mila.
esaminare le richieste di pagamento e di liquidarle secondo un ordine
progressivo. I debiti, secondo le valutazioni della stessa struttura,
superano ampiamente il miliardo. Ma torniamo alla situazione
napoletana. Questa volta l’allarme parte dall’assessore all’Igiene
urbana, Paolo Giacomelli, che spiega: «La legge che ha stabilito le
norme per la chiusura dell’emergenza rifiuti ha attribuito all’Asia la
gestione degli impianti di tritovagliatura e alla società provinciale
quella dell’intero ciclo dei rifiuti. Perciò la nostra partecipata ha
assunto i dipendenti degli Stir: per i loro stipendi e per le forniture
elettriche si spendono ogni mese 600mila euro.
non arrivano. La società è quindi costretta a economizzare sul
servizio, a partire proprio dalla differenziata e dallo spazzamento».
Con il rischio che la città diventi sempre più sporca. E poi c’è
l’ennesimo paradosso. In realtà l’Asia paga per un servizio dimezzato:
l’impianto di Giugliano, infatti, è fermo per il revamping e i
dipendenti sono da mesi pagati per restare a casa.
discarica di Chiaiano (dovrebbe avere 60 euro a tonnellata per 800
tonnellate al giorno, in tutto 48mila euro) e la A2A che manda avanti
il termovalorizzatore di Acerra. In difficoltà anche i Comuni che
devono iscrivere a bilancio le cifre da spendere per lo smaltimento dei
rifiuti, visto che la Sapna non ha ancora varato le tabelle che saranno
– probabilmente – differenziate in base alla quantità di differenziata
ottenuta dai diversi Comuni.
potrebbe completare il suo lavoro anche oggi e la cifra stabilita
potrebbe anche essere più bassa del previsto: il che naturalmente non
significa che le imprese saranno pagate subito anche perché i proventi
della Tarsu arriveranno solo a fine anno. E questo mentre Anci e Comune
di Napoli si preparano a ricorrere al Tar contro la norma che
attribuisce alla Provincia il compito di intascare la Tarsu.
presentato al presidente della Provincia un’interrogazione in cui
chiede «di coinvolgere immediatamente il Consiglio al fine di esaminare
e approvare il piano rifiuti provinciale nel quadro del quale verrà
contestualizzato il piano industriale a cura della società». Per il
momento resta il caos.