Riforma della giustizia, domani Alfano al Colle. Bossi assicura: Il testo passerà
Giustizia in primo piano per la maggioranza. Il Guardasigilli Angelino Alfano domani avrà una serie di incontri e contatti per ‘sponsorizzare’ la riforma che sarà varata giovedì al Cdm straordinario. Il ministro della Giustizia, riferiscono fonti parlamentari del Pdl, dovrebbe salire al Colle per illustrare al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, i punti cardine del testo preparato dal governo e poi vedrà i ‘responsabili’ per fare il punto della situazione. Il ministro potrebbe partecipare domani sera al vertice convocato da Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli con lo stato maggiore del Pdl per fare il punto della situazione sulla riforma del sistema giudiziario e il nodo delle amministrative. I cardini del ddl di riforma sono già noti, in base alle indicazioni fornite dal ministro nei giorni scorsi. L’obiettivo, come ha detto più volte Alfano è arrivare a un sistema ”che ha come bussola il processo giusto e la parità di accusa e difesa”. Resta l’articolo 112 della Costituzione, che garantisce l’obbligatorietà dell’azione penale, ma è prevista una legge ordinaria che ne regolamenterà le modalità, giudici e pm avranno carriere separate, ci saranno due Csm , che continueranno a occuparsi di assunzioni, trasferimenti promozioni. La sezione disciplinare dovrebbe invece essere scorporata per diventare una sorta di Alta Corte per tutti i magistrati, con propri membri e una propria sede. I due Csm non potranno fornire pareri su ddl del Governo, a meno che ne sia fatta esplicita richiesta, o adottare atti di indirizzo politico. Accogliendo le sollecitazioni della Lega, la riforma interviene poi sull’articolo 106 della Costituzione, che contempla le modalita’ di partecipazione del popolo all’amministrazione della giustizia. Nel ddl dovrebbero poi entrare l’inappellabilita’ delle sentenze di assoluzione e proscioglimento in primo grado, nuove regole per l’utilizzo della polizia giudiziaria da parte del pubblico ministero, l’introduzione del principio della responsabilita’ civile dei magistrati. Intanto dalla Lega arrivano segnali rassicuranti: ”Aspettiamo di vedere cosa ci portano – dice Umberto Bossi – ma comunque la riforma della giustizia passera”. A convergere potrebbe essere anche qualche esponente dell’opposizione. Possibilista si mostra da Fli la presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno: ”Sono favorevole alla separazione delle carriere, quindi se dovesse essere una riforma diretta a migliorare il sistema e a creare la terzietà del giudice la voterei. Se invece fosse una riforma ispirata ai principi che hanno guidato questi due anni, con leggi come ‘cavalli di Troia’, che creano un involucro ma dentro solo norme punitive, allora non la voterei. E’ ovvio che c’è una sorta di diffidenza – ha aggiunto la deputata di Fli – perché veniamo da due anni in cui tutte queste leggi in materia di giustizia non hanno rispecchiato quello che dicevano. Cioè ci sono stati una serie di annunci, poi si leggevano i testi e tradivano gli annunci. Io sono la prima a dire che se i testi creano le condizioni per una rivoluzione epocale della giustizia, allora nessuno si farà frenare da questa diffidenza”. Mentre l’Udc frena gli entusiasmi di chi dava già per scontato l’appoggio centrista. “Bisogna spazzare via dal tavolo le leggi ad personam che impediscono la necessaria serenità nel confronto sulla riforma della giustizia. Speriamo – ha affermato Pier Ferdinando Casini – che chi la auspica, si renda conto che quelle leggi sono un impiccio” sulla strada di una riforma nell’interesse degli italiani. alla riforma stessa. Bocciatura senza appello arriva invece dal leader dell’Idv Antonio Di Pietro per il quale ”la riforma della giustizia che propone Berlusconi non è una riforma, ma è soltanto un’altra occasione in più per garantire la sua impunita”. ”La vera riforma della giustizia che serve ai cittadini – sottolinea l’ex pm – è quella che tutela le parti offese, chi ha ragione e non i delinquenti, non coloro che, poiché sono nel palazzo, non si vogliono far processare”.