Riforma delle scuole superiori Lo stop del Consiglio di Stato
ROMA – Stop del Consiglio di Stato alla riforma delle scuole
superiori che, nell’intenzione del ministro Mariastella Gelmini,
dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico. Il Consiglio di Stato
contesta che i Regolamenti emanati dal ministro vanno ben al di là
della delega concessa dal Parlamento. Meno ore, meno materie, con
l’obiettivo di ridurre i costi ed il personale non rientrano nella
delega che prevede, secondo i magistrati, “la sola ridefinizione dei
curricula vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la
razionalizzazione dei piani di studio e relativi quadri orari”.
Il secondo punto riguarda la creazione dei Dipartimenti scolastici per
la valutazione che porterebbero alla cancellazione di fatto dei collegi
dei docenti, in contrasto con la legge sull’autonomia scolastica. Il
Consiglio di Stato, la sentenza è dello scorso 9 dicembre, chiede al
ministero di chiarire i punti contestati e si riserva il giudizio
definitivo. Ma il tempo è tiranno. Sono alle porte le vacanze di
Natale, le commissioni parlamentari di Camera e Senato dovranno
prendere visione e valutare il nuovo testo dei regolamenti. E il
termine ultimo per le iscrizioni al nuovo anno scolastico è stato già
fissato al 27 febbraio 2010. Il rischio è che tutto slitti all’anno
scolastico 2011-2012. Che qualche problema ci sia è confermato
dall’unica notizia che trapela da viale Trastevere: stamattina summit
al ministero per decidere l’eventuale slittamento della scadenza delle
iscrizioni alle superiori.
Il Consiglio di Stato ha, infatti, invitato il ministero ad alcuni
chiarimenti sui tre schemi di regolamento approvati in prima lettura
dal consiglio dei ministri e attualmente all’esame delle commissioni
parlamentari, riservandosi “la facoltà di disporre l’audizione del Capo
dell’Ufficio legislativo del Ministero, nonché del dirigente generale
competente all’istruttoria del regolamento”. Nel frattempo il Consiglio
ha sospeso l’emanazione del parere.
Alla luce dei chiarimenti chiesti e considerando che le Commissioni
parlamentari non hanno ancora espresso i richiesti pareri che,
comunque, dovranno ora tenere conto del pronunciamento dei magistrati,
dal fronte sindacale arriva la richiesta di rinviare di un anno il
debutto della riforma.
“Avremmo di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato
dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e
genitori: ma in ogni caso – afferma Piero Bernocchi portavoce dei Cobas
– accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinché tale
protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso
una sonora bocciatura di una controriforma che distruggerebbe le
superiori e ulteriormente immiserirebbe l’intera scuola pubblica
italiana”.
“Ribadiamo ora con maggior forza – dice il segretario generale della
Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo – che è il caso di fermarsi, rinviando di un
anno l’entrata in vigore dei regolamenti: di ascoltare le ragioni di
quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola
secondaria superiore; è necessario rimuovere i tagli e, solo a questa
condizione, riprendere le fila per una vera riforma che necessita non
di tagli ma di investimenti, di tempo per l’ascolto e il confronto
vero”. Stessa richiesta dalla Gilda. “Le osservazioni formulate dal
Consiglio di Stato – dichiara il coordinatore Rino Di Meglio –
rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per
procedere con l’applicazione della riforma voluta dal Governo”.