Rimborsi Irap: fondi terminati, 1 contribuente su 4 rimasto a bocca asciutta. In atto una proroga
Non ci sarà lo sprint telematico per ottenere il rimborso di una quota
dell’Irap. Niente sparo d’inizio alle ore 12 del 14 settembre. Il
meccanismo di rimborso, con domande on line accettate solo fino ad
esaurimento delle risorse, avrebbe visto i fondi stanziati esaurirsi in
pochi minuti, forse in secondi. Con il rischio che, la richiesta
potenziale di 4 miliardi di euro a fronte di un miliardo di risorse
stanziate, avrebbe lasciato a bocca asciutta un contribuente su
quattro. Così – dopo le proteste arrivate dalle organizzazioni di
artigiani, commercianti, piccola industria, ragionieri e commercialisti
– l’Agenzia delle Entrate ha annunciato la predisposizione di un
decreto che rinvierà la data. Il tutto in attesa dell’adozione di
«adeguate soluzioni tecniche». Nei prossimi giorni ci saranno quindi
incontri con le parti interessate per definire le nuove modalità. Che
interesseranno tanti contribuenti: tutti coloro che hanno pagato l’Irap
tra il 2004 e il 2007, ed evidenziavano nel bilancio spese per il
personale o per interessi passivi di un mutuo o un prestito. Difficile,
comunque, che salti completamente il meccanismo, previsto per legge,
che assegna i fondi in base alla classifica cronometrica del click più
veloce. Probabile invece che, con la proroga, siano introdotti criteri
per rendere lo sprint meno forsennato: magari, in attesa della ricerca
di nuovi fondi, prevedendo priorità ai rimborsi relativi a una prima
annualità. Il nodo del contendere nasce dall’esigenza – fatta valere
dal Tesoro – di contenere gli «sfondamenti» dei conti pubblici causati
dai bonus fiscali. Per questo obiettivo è stato adottato una sorta di
semaforo informatico: l’ok alle domande arriva solo fino ad esaurimento
dei fondi. Il criterio, combinato con le ristrettezze di finanza
pubblica, ha però trasformato la data di presentazione delle domande
telematiche in una gara da centometristi dell’informatica.