Rincari, aumenta anche il latte
Un inizio dell’anno dal sapore amaro e all’insegna dell’austerità. Con il cambio del calendario sono arrivati, puntuali come da un paio d’anni a questa parte, rincari e aumenti. Mentre ci ritroveremo a pagare molto di più sulla prossima bolletta di gas ed energia elettrica, facciamo già i conti con l’incremento dei generi alimentari di prima necessità. Chi ha acquistato il latte in questi giorni se n’è già accorto: da mercoledì si è ritrovato a pagarlo 4-5 centesimi al litro in più. Una cifra apparentemente bassa ma che incide globalmente sul budget familiare così come su quello del settore dolciario. Dal prossimo mese, invece, l’aumento del latte si rifletterà anche sul costo dei formaggi, mentre in alcuni negozi sono già stati apportati incrementi dal 7 al 10 per cento sui latticini e in generale sui prodotti lattiero-caseari. Un litro di latte di alta qualità Berna ieri mattina costava da 1,62 a 1,63 euro, mentre era più fluttuante il Granarolo da 1,53 a 1,59 euro. Un aumento annunciato ai negozianti il 31 dicembre ma che ha colto di sorpresa molte massaie partenopee che hanno segnalato gli aumenti a Federconsumatori Campania. Cappuccino e briosce a rischio per molti consumatori, che potrebbero spendere fino a 10 centesimi in più per fare colazione al bar nelle prossime settimane. Anche se gli esercenti promettono di non apportare aumenti al loro listino, poiché «l’incremento del costo del latte al litro non influisce più di tanto sul caffé macchiato o sul cappuccino». Eppure, presto il prezzo di una tazzina potrebbe arrivare a toccare in media i 90 centesimi come segnala un’indagine della Federazione italiana dei pubblici esercizi (Fipe). Per ora tiene bene il settore ortofrutta, con prezzi stabili soprattutto su quelli da serra e leggeri rincari – dell’ordine del 2-3 per cento – su lattuga e verdure a foglia larga, dovuti al freddo rigido di questi ultimi giorni. Tuttavia, secondo Federconsumatori l’incremento potrebbe raggiungere il 10 per cento nei prossimi giorni. «La nostra preoccupazione – spiega il presidente Benedetto Di Meglio – è che se l’aumento dei prezzi dei prodotti agroalimentari non accenna a diminuire, le famiglie spenderanno oltre 400 euro all’anno in più nel 2008». Di Meglio, inoltre, chiede interventi urgenti in grado di abbattere i prezzi «almeno della stessa percentuale in cui sono aumentati. Altrimenti si corre il rischio di peggiorare la qualità della vita delle famiglie». Mentre i consumatori lanciano ancora una volta l’allarme caro-vita e calcolano che in due anni la spesa per famiglia sia aumentata di oltre 2.500 euro annui, c’è chi è ancora alla ricerca dell’affare con i saldi, anche se qualche negoziante prova a fare il furbo. A Federconsumatori sono giunte segnalazioni da parte dei consumatori sul mancato rispetto delle regole delle vendite in saldi. A Fuorigrotta, Bagnoli, Vomero, Arenella e centro storico c’è chi ha oscurato le vetrine con grossi cartelli impedendo la vista della merce.