Riparte il processo telematico
Rilancio del percorso di digitalizzazione del processo civile e penale.
Potenziamento delle notifiche online attraverso la posta elettronica
certificata obbligatoria. Trasferimenti d’ufficio per coprire i posti
vacanti nelle sedi disagiate. Proroga al 31 dicembre 2010 per circa
3mila magistrati onorari in scadenza.
È questo il perimetro delle misure urgenti in materia di giustizia
varate dal Consiglio dei ministri a metà dicembre e pubblicate sulla
«Gazzetta Ufficiale» n. 302 del 30 dicembre 2009.
Il decreto legge 193 del 2009,
dunque, dà mandato al ministero della Giustizia di individuare e
riscrivere «le regole tecniche per l’adozione nel processo civile e nel
processo penale delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione». Il ministero dovrà provvedere entro 60 giorni dalla
conversione in legge del Dl 193. Le attuali norme tecniche del processo
civile telematico, se non confermate, potranno essere applicate solo
fino a quel momento.
Sia in ambito civile che penale – ad eccezione
di quelle rivolte all’imputato – tutte le comunicazioni e le
notificazioni dovranno essere effettuate per via telematica mediante
posta elettronica certificata.
La novità, che punta a velocizzare i
procedimenti cancellando le “pause” derivanti dai tradizionali metodi
di notifica degli atti, sarà introdotta progressivamente negli uffici
giudiziari. A cominciare da quelli riconosciuti idonei da Via Arenula
entro il 1° settembre 2010. Il ministero della Giustizia dovrà
consultare l’avvocatura generale dello Stato, il Consiglio nazionale
forense ed i consigli dell’ordine degli avvocati interessati.
Viaggeranno sul web, infatti, tutte le notifiche al legale disposte nel
corso del procedimento e tutte le comunicazioni ai consulenti. A tal
fine, come già in parte previsto dalla legge 2 del 2009, tutti i
professionisti coinvolti nei processi dovranno rendere disponibili
attraverso l’albo il proprio indirizzo di posta elettronica certificata
e il codice fiscale.
Per incentivare l’informatizzazione del
servizio giustizia il Dl 193, inoltre, ribalta l’attuale modello delle
spese per le copie che di fatto penalizza quelle elettroniche,
stabilendo che l’importo per il rilascio di quelle in formato cartaceo
dovrà costare almeno il 50% in più.
Il ministero della Giustizia
dovrà favorire poi il pagamento online, con carte di credito o
bancomat, delle spese processuali, delle pene pecuniarie e delle
sanzioni amministrative, fissando entro marzo le specifiche tecniche e
stipulando convenzioni con gli intermediari abilitati.
Contro
l’emergenza dei vuoti negli organici delle sedi disagiate, e in
particolare nelle procure meridionali, il Csm, fino al 31 dicembre
2014, potrà trasferire d’autorità i magistrati con almeno quattro anni
di anzianità e che prestino servizio in una sede distante oltre 100
chilometri dalla nuova destinazione.
Il problema delle carenze
d’organico si è aggravato da qualche anno a causa del divieto sancito
con la riforma dell’ordinamento giudiziario di inviare nelle sedi
disagiate magistrati di prima nomina. E non sono stati sufficienti a
risolverlo incentivi economici e di carriera. Il trasferimento
d’ufficio – criticato da Csm e dall’Associazione nazionale magistrati –
rappresenta dunque l’estremo tentativo per assicurare l’operatività
degli uffici giudiziari più esposti. Sono quattro (Enna, Mistretta,
Sciacca e Nicosia) le procure che non hanno più sostituti, mentre
percentuali di scopertura oltre il livello di guardia si registrano a
Crotone (83%), Gela e Barcellona Pozzo di Gotto (80%), Termini Imerese
(78%), Vigevano (75%), Ragusa, Melfi, Paola, Ivrea (67%) e Locri (62%).
Per
mitigarne l’impatto del trasferimento obbligatorio, il Dl 193 ha
previsto peraltro una serie di paletti e benefici per i destinatari del
provvedimento: la durata dello spostamento è temporanea; dopo due anni
si potrà chiedere di andarsene e dopo quattro si avrà la garanzia di
tornare nella sede di provenienza; scatterà una deroga al divieto di
passare da una funzione all’altra, qualora nella stessa regione vi
siano più distretti; non potranno essere trasferiti i magistrati che
hanno figli con meno di tre anni e quelli in servizio presso uffici in
cui si determinerebbero vacanze superiori al 20% dell’organico.
Con
il trasferimento d’ufficio si otterranno, in ogni caso, il raddoppio
dello stipendio e dell’anzianità di servizio. Sono stati già stanziati
2,9 milioni per l’anno 2010 e 2,5 a decorrere dal 2011.
Infine, il
Dl 193 evita l’uscita di scena di circa 3mila giudici onorari (Got) e
vice procuratori onorari il cui incarico scadeva entro il 31 dicembre
2009 e per i quali non è consentita un’ulteriore conferma. In pratica,
potranno restare in servizio fino alla riforma organica della
magistratura onoraria e, comunque, fino alla fine del 2010.
Il testo del decreto |
TABELLA / I punti chiave |