«Rischi l’infezione, se vuoi operarti firma la liberatoria»
L’ospedale è sporco, la sala operatoria altrettanto. Perciò se proprio il paziente intende operarsi deve firmare una liberatoria sul «rischio oggettivo aggiuntivo» rispetto al normale rischio di un intervento chirurgico. Un assenso da concedere, magari incrociando le dita, prima di andare sotto i ferri. Non siamo in un ospedale di Emergency in Uganda ma a Napoli, al Loreto Mare. Andiamo con ordine: due giorni fa il responsabile del centro di rianimazione del Loreto, Maurizio Postiglione, invia una lettera al direttore sanitario Maria Corvino. Oggetto: emergenza igienico-sanitaria derivante da oltre 10 giorni di sciopero delle ditte di pulizia. «Propongo — scrive Postiglione —, in mancanze di risposte adeguate (sulla pulizia degli ambienti, ndr) che ogni singolo paziente sottoposto ad intervento chirurgico firmi un esplicito consenso informato ad essere operato in condizioni di rischio oggettivo aggiuntivo per infezione».
CONSENSO INFORMATO – È quello che poi si è verificato, nel corso della stessa giornata di lunedì. Il Corriere del Mezzogiorno è in possesso della liberatoria sottoposta dall’anestesista a un paziente, in procinto di entrare in sala operatoria. In calce allo stampato, dopo l’ordinario «consenso informato all’anestesia» viene aggiunto a penna: «Il paziente viene informato che le condizioni igieniche dell’ospedale per la mancanza di pulizia degli spazi comuni lo espongono ad un rischio aggiuntivo per infezione». Segue la firma del paziente. La Regione rende possibile un incubo da medici in trincea. Finora è l’unico caso. La direzione sanitaria ha poi deciso di sospendere tutte le operazioni differibili. Sotto i ferri andranno solo quelli in pericolo di vita fino alla risoluzione del problema igienico.
«RISCHIO AGGIUNTIVO» – Ma perché parlare di rischio aggiuntivo? In effetti, anche in assenza delle ramazze degli addetti alle pulizie, i locali della rianimazione, pur riversando in uno stato imperfetto, vengono disinfettati. Un minimo di intervento viene garantito. È lo stesso responsabile del centro rianimazione che chiede alla direzione sanitaria di fornire detersivi a quei medici e infermieri che spontaneamente stanno effettuando la pulizia «degli ambienti e del reparto» in questi giorni di passione.È la postazione più sensibile della struttura ospedaliera e in qualche modo si tenta di preservarla dal degrado assoluto che invece aggredisce corridoi, stanze e altri spazi. Torniamo ora al rischio di infezione: in condizioni non ottimali, i batteri già presenti in maniera endemica nei contesti sanitari possono contribuire a rendere più complessa una situazione se a contatto con batteri «normali» dovuti alla sporcizia. È il caso dell’acinetobacter baumannii, sigla scientifica che gli addetti ai lavori conoscono bene perché nota causa di infezioni ospedaliere (alcune statistiche indicano l’1-3% dei casi). Si può allora pensare che al Loreto Mare si avverta una maggiore incidenza infettiva in mancanza di adeguata pulizia? Può darsi. In ogni caso, resta, certificata dai medici, la difficoltà di operare in simili condizioni, col rischio di infezione che incombe.
LO SCIOPERO DELLE DITTE – Come si arrivati a tanto? Semplice: sono due settimane che lo scandalo degli ospedali sporchi va avanti. Un braccio di ferro che non sembra ancora aver trovato uno sbocco. Oltre al Loreto Mare sono interessati anche Pellegrini, Ascalesi, Annunziata, Cto, San Paolo e San Gennaro. Degenerazione causata dallo stato di agitazione proclamato dagli addetti alle pulizie che da più di un mese sono senza stipendio. Se la Regione non offrirà garanzie e risposte concrete ai 1.200 lavoratori del comparto la situazione rischia di esplodere. Le aziende coinvolte sono quattro: Kuadra, Gesap, Epm e Samir. Insieme vantano circa 25 milioni di euro di stipendi ancora non corrisposti. Una cifra enorme. Nel frattempo, come abbondantemente scritto, gli ospedali cittadini si stanno trasformando in immondezzai. E l’oscar della sporcizia se lo aggiudicano il Pellegrini e il Loreto Mare, dove i rifiuti fanno brutta mostra di sé nelle scale e nelle sale d’attesa che conducono ai reparti. Degenti e familiari hanno un diavolo per capello. Infermieri e medici chiedono, almeno, uno Chanteclair.
INTERROGAZIONE DI MARCIANO (PD) A CALDORO – Sulla spinosa vicenda il consigliere regionale del Pd, Antonio Marciano, presenterà oggi un’interrogazione urgente. A Stefano Caldoro, governatore e commissario alla Sanità, Marciano chiede quali iniziative urgenti la Regione ha intenzione di intraprendere per ripristinare le necessarie condizioni igienico-sanitarie e per garantire l’incolumità fisica del personale medico e dei pazienti del Loreto Mare. Il tutto tenuto conto, appunto, che «almeno in un caso è stata chiesta la sottoscrizione del consenso informato di rischio aggiuntivo cui il paziente è soggetto sottoponendosi ad operazioni chirurgiche nell’ospedale».