Riscossioni, Equitalia e diritti violati. NoiConsumatori dalla parte dei cittadini. Pisani: “All’interno di Equitalia enorme conflitto d’interessi. La società pensi a relazionarsi agli utenti secondo i principi della trasparenza”.
L’avv. Angelo Pisani, Presidente di NoiConsumatori.it annuncia class action per ottenere la carta dei servizi omessa nella delibera di riscossione del canone idrico e per avviare controlli sui contatori.
Riscossione, Equitalia, ingiustizie e diritti negati. Argomenti scottanti che sono stati al centro della trasmissione “www.noiconsumatori.it con Angelo Pisani”, andata in onda ieri sera alle 21 su TeleVomero. In studio sono intervenuti il consigliere comunale del Comune di Marano, Giuseppe Carandente Tartaglia, il Presidente del Centro Commerciale Vomero-Arenella, Vincenzo Perrotta ed il Presidente dell’associazione Noiconsumatori.it, l’avvocato Angelo Pisani.
La puntata si è aperta con una denuncia del consigliere Carandente Tartaglia, supporata da Pisani, in merito ad un’ingiustizia che da tempo ormai attanaglia i cittadini di Marano. Le “cartelle pazze” dell’acqua: i cittadini ricevono bollette idriche sempre più alte che includono alcune voci aggiunte che per legge non dovrebbero essere contate. La cosa strana e che rende le delibere di riscossione praticamente non valide è un piccolo, grande particolare comune a tutta la cittadinanza: nessun documento di delibera presenta la carta dei servizi rendendo il documento non conforme alla legge in materia di riscossione.
“Si sta sviluppando in merito una grossa polemica sui contratti di riscossione idrica 2008-2009 che omettono la carta dei servizi, uno strumento che per legge deve essere allegato ai documenti in quanto certifica e garantisce il rapporto di trasparenza, i diritti e ed i doveri tra cittadini ed erogatori dei servizi – afferma l’avvocato Pisani -. Nonostante questa situazione paradossale e non regolare in termini di legge sulla riscossione, a Marano si verifica un altro grave problema che nega ai residenti i loro diritti su un bene di prima necessità come l’acqua. In pratica si è riscontrato che il 60% degli abitanti ha una concreta difficoltà ad avere acqua in casa pur pagando bollette estremamente esose. Questo avviene perché in molti edifici manca la pressione nelle condutture idriche e quindi l’acqua non arriva nelle abitazioni. Di conseguenza al danno si unisce la beffa perché i cittadini continuano a pagare caro ed ingiustamente un servizio che nemmeno ricevono”.
“Possibile – continua Pisani – che il Comune di Marano non sia capace di portare l’acqua nelle case dei contribuenti? Se si verifica questa grave situazione allora non pretendesse il pagamento di un mancato servizio”.
A questo punto il telefono in trasmissione comincia a suonare all’impazzata, minuto dopo minuto. I cittadini di Marano che guardano la puntata si sentono chiamati in causa, si mettono in contatto con Televomero e pubblicamente cominciano a denunciare tutte le ingiustizie e gli abusi che, in merito alla vicenda, subiscono puntualmente. Utenti che per non pagare le bollette idriche si allacciano abusivamente alle condotte di altri, i mancati controlli delle istituzioni su quest’illegalità che avviene proprio sotto il loro naso, bollette dell’acqua che in un due anni si sono quadruplicate senza ragione, l’assenza della carta dei servizi che il Comune ha dichiarato addirittura inesistente. Sono solo alcune delle denunce dei cittadini che ormai hanno deciso di dire basta ad una condizione che nega loro diritti e necessità.
Ma perché questi aumenti sulle bollette negano i diritti del cittadino?
“Non dobbiamo considerare l’importo effettivo dell’aumento. La gravità è uguale se si tratta di 10 o di 100 euro. Infatti se anche una famiglia riceve un aumento di 20 euro e poi questo viene moltiplicato agli aumenti che ricevono tutti gli abitanti di Marano, allora capirete che viene raggiunto un corposo gruzzoletto e che ci troviamo, dunque, di fronte ad una grande speculazione. L’acqua non è un lusso e la politica ha il dovere di farsi carico di questi problemi. E’ inutile contattare il numero verde perché questo, guarda caso, non funziona mai. NoiConsumatori muove una class action per ottenere giustizia garantendo la carta dei servizi, i controlli dei contatori e accertandosi che tutti i cittadini paghino le bollette. Anche a Napoli in termini di riscossione si sta verificando una situazione simile con l’Arin. E’ bene che i cittadini sappiano che l’acqua è un’obligazione che richiede un pagamento in cinque anni. Se è scaduto questo periodo non bisogna pagare nulla mentre se il pagamento è corrente allora i cittadini devono pagare senza aspettare che gli interessi salgano”.
“Altra cosa che non capiamo è come mai nelle bollette si fa pagare anche la voce relativa alla depurazione delle acque – continua Pisani -. Fatto sta che i cittadini non dovrebbero rimetterci soldi in quanto l’effettiva depurazione non esiste. Ci sono ancora troppe speculazioni per far arricchire alcuni organismi e soggetti e le amministrazioni comunali cercano di far cassa sulla pelle dei cittadini”.
La proposta del Presidente di Noiconsumatori.it è che i cittadini di Marano si uniscano per formare un comitato affinché si possa avviare un accertamento giuridico sulle bollette idriche . “In questo periodo in cui si parla tanto di privatizzazione dell’acqua sembra quasi che Marano stia diventano una città-laboratorio per capire come funziona la gestione privata di questo bene di prima necessità! – afferma ironicamente Pisani – E’ necessario un movimento di lotta, i cittadini devono organizzarsi e combattere queste assurde speculazioni”.
Ma quando si parla di riscossione automaticamente si parla della numero uno nel settore: Equitalia.
Vincenzo Perrotta, Presidente del Centro Commerciale Vomero-Arenella prende la parola. “Abbiamo fatto un’indagine su un campione di 600 commercianti e abbiamo scoperto che tutti i cittadini che hanno difficoltà ad accedere al credito sono legati in qualche modo ad Equitalia. Su 600 cittadini sono emersi oltre 80 conti bloccati e questo per i commercianti significa praticamente buttarli fuori dal circuito del credito. Questo annienta l’azienda, la indebolisce nelle fondamenta e rende impossibile l’operatività del negoziante” – dichiara Perrotta.
Sulla base di questa drammatica situazione come comportarsi con Equitalia?
“Ultimamente Equitalia sta facendo troppi fermi amministrativi. Il 70% dei cittadini non sa che ad esempio la propria auto è sottoposta a fermo amministrativo e spesso si tratta di fermi fatti per cartelle per le quali Equitalia non ha nemmeno la prova dell’esistenza, avviando i questo modo pignoramenti illegittimi – chiarisce Pisani -. La società commette puntualmente un omissione sulle politiche di trasparenza. Infatti prima di emanare un fermo amministrativo Equitalia dovrebbe dare all’utente un preavviso di mora che si chiama intimazione di pagamento e che serve da avvertimento e monito ai cittadini”.
“In merito alla diatriba che ho avuto con Equitalia per il giudice multato perché ha condannato la società di riscossione riguardo ad un’ipoteca nulla fatta ad una signora, appare chiaro che non c’è nessun conflitto d’interessi – ribadisce Pisani -. Equitalia invece di chiedere scusa alla vittima della cartella non valida, in quanto faceva riferimento ai pignoramenti relativi ad una contravvenzione inesistente, decide di fare illecitamente indagini sul giudice che l’ha condannata. Scoprire che anche quest’ultimo era stato oggetto di una notifica non implica un conflitto d’interessi perchè il giudice ha sentenziato in modo giusto per due motivi: in primo luogo perché la cartella di notifica non era considerata valida ed in secondo perché il valore della notifica era di duemila euro. Ricordo che in base a quanto stabilito dalla Cassazione tutte le notifiche che vanno al di sotto degli ottomila euro sono illegittime. Così facendo Equitalia ha messo in moto un sistema basato sull’intimidazione, sul terrore e fa passare il messaggio che chi si mette contro di lei sarà sottoposto a delle indagini”.
“In realtà il vero conflitto d’interessi avviene proprio all’interno della società di riscossione: moltissimi dirigenti, funzionari ed avvocati di Equitalia sono figli di giudici e magistrati. Quindi Equitalia dovrebbe ricusare tutti i giudici che hanno i figli avvocati e dipendenti inseriti nella società perché il conflitto di interessi che si può generare è palese. Dietro a tutto ciò c’è la politica che colpisce le tasche degli onesti cittadini. Il Governo deve scendere in campo e trovare una soluzione in questo momento di crisi. Ad Equitalia dico che le tasse, sì, vanno pagate, ma bisogna assicurare al cittadino la massima trasparenza nelle operazioni” – conclude Pisani.
una soluzione esite, distinguere l’evasore incallito con il cittadino per bene condivido quanto dice Pisani, e mi alleo alla sua battaglia. Sta di fatto che, Equitalia è nata perchè i Comuni e gli enti non fanno lavorare i propri dipendenti, partendo dal fatto che, l’azione e le attività di Equitalia e incostituzionale vedi art. 53 e 54 della Costituzione come afferma la dottoressa Randaccio Maria Rosaria della Sardegna, siamo proprio alla frutta. Oggi, con la crisi che incombe, lo Stato che non ha risorse finanziare e con le sue politiche negative ha aumentato la disoccupazione portandola oltre il 12% sarebbe consono, umano bonificare tutte le pendenze finanziarie facendo pagare solo il prezzo base della multa o delle tasse non pagate, lo Stato ne guadagnerebbe oltre 33 miiardi in breve tempo, rispondendo alla crisi. Molto spesso, queste cartelle giacciono per ben due anni, e più, ma siamo onesti una volta cara Equitalia e governi, 767 dirigenti che da una ricognizione della stessa Randaccio hanno firmato atti di pagamento di riscossione senza che erano abilitati in quanti soggetti privati. Il buon governo dovrebbe limitare i danni onde evitare una grande sommossa verso lo Stato inadempiente.