Rissa vigili. Pisani: “Assurdo lasciare impuniti i vigili per l’abuso di potere che hanno commesso”
“E’ assurdo che, mentre il Comandante della Polizia Municipale di Napoli, Luigi Sementa, non fu arrestato per quel famoso schiaffo premeditato inferto al giornalista Alessandro Migliaccio, tra l’altro documentato in un video, oggi, invece, vengono arrestati quattro imprenditori per bene ed onesti per un presunto schiaffo dato ad un vigile durante un diverbio”. E’ quanto ha dichiarato l’avvocato Angelo Pisani, legale dei quattro napoletani accusati di aver aggredito, sabato mattina, alcuni agenti della Municipale durante una discussione per la rimozione della cartellonistica pubblicitaria. I napoletani sono stati tratti in arresto e rinchiusi nelle celle della Questura di Napoli “nemmeno degne del terzo mondo e del tutto contrarie ad ogni norma di sicurezza-igienico sanitarie”. Solo lunedì scorso sono stati scarcerati dal Giudice del Tribunale di Napoli, dott. Cambellini, che ha fissato il processo al 16 luglio 2010.
“La conferenza stampa di stamattina – spiega l’avvocato Pisani – è servita per informare l’opinione pubblica sulla vera e scandalosa dinamica dei fatti. La ricostruzione passata in questi giorni dall’ufficio stampa della Pulizia Municipale a tv e giornali non coincide con quanto invece è realmente accaduto sabato pomeriggio. I tabelloni dei nostri assistiti non erano abusivi ma regolarmente autorizzati e danneggiati senza motivo dagli agenti della Polizia Municipale. Non c’è stato alcun inseguimento o rissa, nessun vigile è stato picchiato, né è stato preso a sprangate, tuttavia è un’altra la ricostruzione, del tutto fuorviante, fornita agli organi di comunicazione.”
“Vogliamo che la verità arrivi a tutti i cittadini e che i responsabili paghino, siamo pronti ad andare fino in fondo in questa storia. Non è possibile continuare a lasciare impuntiti o a darla vita, ancora una volta, ad agenti che hanno agito abusando del loro potere senza alcun rispetto dell’onesta attività di noti ed innocenti imprenditori che, usando la parola, hanno solo cercato di far valere i propri diritti” – conclude Angelo Pisani.