Dati choc. Durante il convegno organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità tenutosi a Roma sono stati resi noti i risultati del progetto Sentieri sulle quarantaquattro aree più inquinate d’Italia ed è venuto fuori che tra il 1995 e il 2002 sono stati circa 10mila i morti in più nei luoghi esaminati. La stima provvisoria è stata fornita da Marco Martuzzi del centro Europeo per la Salute e l’Ambiente dell’Oms che ha affermato che “Questo è il dato dei morti in più rispetto alla media regionale nelle zone prese in esame. Di sicuro molti di questi sono dovuti alla contaminazione, ma ci sono anche altri fattori, e dire esattamente quanti sono stati causati dall’inquinamento è impossibile”. Secondo i dati presentati il 43 e dei decessi è stato provocato dal cancro – per la maggior parte ai polmoni e al fegato – mentre il 19 % da malattie cardiocircolatorio ed il 16 % da quelle all’apparato digerente. “In alcuni casi – spiega Pietro Comba, epidemiologo dell’Iss – come quello di Manfredonia,abbiamo visto che nonostante negli anni ’70 ci sia stata unaforte contaminazione da arsenico, che fa si’ che questo sito sia fra quelli monitorati, la mortalità sia risultata minore, per effetto della bonifica. In altri siti, invece, come quello di Taranto, la mortalità è risultata più alta da tutti i punti di vista”.
“I dati presentati al convegno sono impressionanti – commenta l’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione NoiConsumatori -. Tra le varie aree segnaliamo che anche la Campania possiede una serie di zone estremamente pericolose e nocive. Per troppi anni gli amministratori locali non hanno fatto nulla per evitare la catastrofe sanitaria ed ambientale e non a caso in molti luoghi, come Pianura o nel casertano, i casi di tumore e di patologie gravi sono aumentati a dismisura negli anni. Discariche illegali contenenti rifiuti nocivi, smog alle stelle, spazzatura ad ogni angolo di strada: a tutto questo la classe politica non ha mai trovato soluzioni concrete che potessero tutelare la salute ambientale e dei cittadini . Lo stesso monitoraggio per le polveri sottili si è rivelato inefficiente! La Campania e la città di Napoli hanno bisogno per prima cosa di ricominciare da capo e la prima urgenza che il nuovo sindaco partenopeo deve affrontare è proprio quella ambientale a cui va data la priorità assoluta. I cittadini sono stanchi di aspettare interventi che non arrivano mai, soluzioni negate, promesse non mantenute! E’ arrivato il momento di dire Basta!”.