Ritrovato stemma rubato dalla tomba di Totò, ora è al suo posto
Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli hanno ritrovato lo stemma nobiliare, rubato nel
corso della notte del 31 maggio scorso, dalla cappella del “Principe
della risata” Antonio De Curtis, nel corso di un raid all’interno del
Cimitero del Pianto a Poggioreale. Lo stemma nobiliare rubato dalla
tomba di Totò è stato ritrovato nella zona di Marianella, quartiere di
Napoli, in campagna. Gli agenti della squadra mobile hanno trovato lo
stemma in un nascondiglio ricavato nel terreno e nascosto da arbusti:
oltre allo stemma presenti anche oggetti sacri, alcuni in marmo. È
probabile, ma le indagini lo stabiliranno, che tali oggetti ritrovati
possano appartenere ad altre tombe oggetto di raid, tra le quali quella
di Enrico Caruso.
E lo stemma è stato rimesso al suo posto nella stessa mattinata di
oggi. La cerimonia è avvenuta con la partecipazione de sindaco Rosa
Russo Iervolino. Un lungo applauso ha accompagnato il riposizionamento
dello stemma. «Toccare Totò, a Napoli e fuori, è impensabile – ha detto
Diana De Curtis, nipote del principe della risata – ho ricevuto
manifestazioni di affetto da ogni parte del mondo. Questo grave
episodio ha, comunque, dimostrato come istituzioni e cittadini
ricordino con affetto mio nonno».
«Per Totò questo ed altro»: così il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino,
ha commentato la rapidità con cui lo stemma della famiglia de Curtis è
stato rimesso a posto, sul frontone della cappella gentilizia, nel
cimitero del Pianto. «Voglio ancora sperare – ha aggiunto – che chi ha
compiuto questo gesto non sia napoletano. Totò non è stato tradito.
Voglio ringraziare i cittadini di Napoli e non, che ci sono stati
vicini. Grande plauso alle forze dell’ordine»
Lo stemma era quasi sicuramente destinato ad arredare una lussuosa
villa del Nord Italia. Secondo quanto stato sottolineato nel corso di
una conferenza stampa dal questore, Santi Giuffrè, era, dunque, su
commissione il furto dello stemma nobiliare che oggi è stato
riconsegnato alla nipote di Totò, Diana de Curtis. Lo stemma era in un
nascondiglio ricavato in un terreno di proprietà privata di Marianella,
alla periferia di Napoli dove sono stati trovati anche altri oggetti
sacri, forse appartenenti alla tomba di Enrico Caruso, anch’essa
trafugata. Lo stemma non ha riportato danni, solo uno piccolo in un
angolo, e potrebbe essere collocato davanti alla tomba anche in
giornata. Il furto, dunque, secondo quanto anche spiegato dal capo
della Squadra Mobile, Vittorio Pisani, era inserito «nel mercato
illegale delle opere d’arte che da Napoli va al Nord Italia per
arredare ville antiche». Un mercato dove i napoletani hanno il ruolo di
ladri per poi trasferire gli oggetti a commercianti e antiquari.