Rivolta dei forconi. Dopo la Sicilia blocchi stradali anche a Napoli
La protesta è esplosa nel profondo Sud, in Sicilia dove i cittadini italiani più di altri subiscono le vessazioni di quella che definiscono l’oligarchia dominate: politica e mafia. L’appuntamento per la protesta napoletana circola su Internet, attraverso i social network.
Così a scendere in piazza per primi sono stati, tanto per cambiare, i contadini di una volta, oggi agricoltori. Dietro di loro gli autotrasportatori, pescatori, studenti e a sorpresa i sindaci che prendono le distanze dai politici dei piani alti.
Brandendo i minacciosi “forconi” agitati dagli agricoltori e allevatori siciliani riuniti in associazione dall’estate scorsa si sono generati centinaia di presidi in tutta l’Isola e che ora spiazza i maggiori partiti, visto che sta risalendo piano piano tutta la Penisola.
Non è un caso che né Pd né Pdl, con sparute eccezioni, abbiano appoggiato ufficialmente le ragioni di una mobilitazione che coinvolge centomila persone.
Un silenzio che non interpreta solo il disagio delle “vittime” dei blocchi, ovvero i cittadini penalizzati dalla mancanza di benzina ai distributori e dagli scaffali vuoti dei supermercati. Nei palazzi della politica e delle istituzioni c’è preoccupazione per l’avanzare di un movimento, fuori dal circuito della rappresentanza elettorale, porta avanti istanze popolari come la defiscalizzazione della benzina, il blocco delle procedure di Equitalia.