Rotondi: “Pausa pranzo più libera”
“Non faccio nessuna proposta di abolire la pausa pranzo,
ma sarebbe bello che i lavoratori potessero scegliere se farla o uscire
un’ora prima. In ogni caso, ai deputati non serve”. Questa la proposto
del ministro per l`Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi. Parole che vengono lette come una minaccia, un passo verso la cancellazione della pausa pranzo, e che scatenano l’ira dei sindacati e l’ironia degli avversari politici.
Il
ministro Rotondi ha acceso la polemica sulla pausa pranzo con una
normale intervista in cui si è però toccato un tema sensibilissimo per
i lavoratori. Rotondi definisce la pausa pranzo “un danno per il lavoro
ma anche per l’armonia della giornata” e aggiunge: “A me – dice – non è
mai piaciuta questa ritualità che blocca l’Italia”. E dopo il fuoco di
reazione fatto da sindacati e opposizione il ministro ha precisato: “Non ho fatto nessuna proposta di abolire questa pausa. Ho solo detto che io l’ho abolita da vent’anni”.
“Non
possiamo imporre ai lavoratori quando mangiare – aveva detto in
precedenza – ma ho scoperto che le ore più produttive sono proprio
quelle in cui ci si accinge a pranzare”. Secondo il leader della Dc per
le Autonomie, “chi svolge una attività in modo autonomo, abolirebbe la
pausa pranzo”. Rotondi si rivolge poi ai colleghi del Parlamento e
propone di “chiudere la buvette” che “costa troppo e fa ingrassare i
parlamentari”: “Mangiano troppo, ingrassano e questo non è sano –
spiega -. Non è una questione brunettiana, ma di condizione fisica”.
Immediata la reazione del Pdci: “Ma Rotondi ha mai lavorato? – afferma Gianni Pagliarini,
responsabile lavoro del partito – Il Pdl ha così poca considerazione
dei lavoratori che tutto ciò che è un loro diritto diventa un
fastidio”. Per Antonio Borghesi dell’Idv si tratta di una “barzelletta”, mentre Barbara Saltamartini del Pdl invita a rivedere “la flessibilità degli orari” per andare incontro alle esigenze di donne e famiglie.
La critica più dura arriva dai sindacati. “Se Rotondi vuole dare il buon esempio – afferma Raffaele Bonanni, leader della Cisl – non vada più alla buvette”. Luigi Angeletti,
segretario generale della Uil invita Rotondi ad “andare in fabbrica”
per capire che è necessaria, mentre Fulvio Fammoni della Cgil boccia
l’ipotesi come “una antica ricetta della cucina dello sfruttamento”.