Sacconi, soluzioni per ribaltare i dati Ocse
Legare le retribuzioni agli utili delle aziende. Per il ministro del
Welfare, Maurizio Sacconi, potrebbe essere questa la risposta ai dati
Ocse sulle retribuzioni che collocano l’Italia in coda alla classifica
del salario netto. “Noi pensiamo -afferma il ministro- che la
partecipazione al rischio di impresa non possa avere solo un profilo
negativo, come è stata finora. Si devono trovare forme di
partecipazione che consentano ai lavoratori di riflettere nel proprio
salario la parte positiva del rischio dell’impresa. E devono essere
parti importanti del retribuzione”.
In una intervista rilasciata
a Repubblica e al Messaggero, il ministro spiega: “Negli anni Novanta
l’Italia ha scelto una strada sbagliata per aderire ai parametri
europei: quella della cosiddetta moderazione salariale. Così un modello
contrattuale fortemente centralizzato ha dato luogo a bassi salari e
bassa produttività”.
“Il punto -aggiunge- è che quel modello
contrattuale ha scontentato tutti: alta pressione fiscale, bassi
salari, bassa produttività e alto costo del lavoro per unità di
prodotto. Ecco perchè è sacrosanta, nonostante sia piuttosto tardiva,
la riforma concordata dalle parti sociali, sostenuta dalla detassazione
del salario variabile. E’ bene ricordarsi che sono le stesse cose
proposte nel ’97 dalla “Commissione Giugni”. Ma ora bisogna passare a
un nuovo modello decentrato e molto più “caldo”, fatto di condivisione.
Estendere, in sostanza, quella cultura partecipativa che c’è già in
molte piccole imprese”.
Sacconi si dice anche favorevole a
forme di azionariato dei dipendenti. “Ma -precisa-devono essere le
parti sociali a decidere e a scegliere azienda per azienda”. Il
ministro si dice pronto a sostenere una legge a sostegno della
partecipazione ricordando che già nella scorsa legislatura aveva
presentato una proposta in tal senso. “In questa legislatura il
senatore Maurizio Castro, d’accordo con il governo -spiega- ha
presentato il medesimo testo che integrato con la proposta del senatore
Treu può presto portare a una legge condivisa. Ciò è anche un merito
dei sindacati che hanno accettato di condividere la gestione di questo
tempo di crisi”.