Salerno, il pm chiede 6 anni per stupro. Ma lui quel giorno era in carcere
È dovuto arrivare davanti al gip, quindi nell’udienza con la richiesta di rinvio a giudizio, per potersi dichiarare innocente. Era stato denunciato per violenza carnale pluriaggravata dai genitori di una minorenne, con tanto di giorno, luogo ed ora. Ma Massimiliano Marotta, pluripregiudicato per droga, proprio quel giorno era in carcere, a Fuorni e, quindi, nella impossibilità materiale di compiere qualsiasi atto di violenza. Il gip, di fronte alle certificazioni della direzione del carcere di Fuorni, non ha potuto fare altro che prendere atto di una situazione davvero paradossale e per la quale il pm d’udienza aveva comunque chiesto sei anni di carcere.
Massimiliano Marotta è stato così assolto nell’udienza dibattimentale, davanti al gip Gaetano Sgroia. È il 30 gennaio 2010 e i genitori di una ragazza di tredici anni denunciano il pluripregiudicato ebolitano di aver abusato della figlia minorenne invitandola presso il proprio appartamento in via Sturzo ad Eboli. E tutto questo mentre Marotta era agli arresti domiciliari. Anzi, i genitori indicano con precisione anche una data dell’estate 2007. Scattano le indagini e Marotta viene accusato dal pm di aver compiuto una «violenza carnale pluriaggravata».
Non c’è modo di difendersi, perchè la denuncia a piede libero viaggia con l’accusa del pm sulla base esclusiva della denuncia dei genitori della ragazza. Fin quando l’avvocato difensore del pluripregiudicato ebolitano, Nicola Naponiello, non ripesca nella memoria la condizione carceraia del suo assisito. Perchè Marotta, dal febbraio 2007 e fino al febbraio 2008, era stato «ospite» del carcere di Fuorni per una delle condanne riportate per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Ed era dietro le sbarre anche nel giorno in cui avrebbe compiuto la violenza mentre era «agli arresti domiciliari», come sosteneva l’accusa dei genitori della minorenne.
Le indagini difensive dell’avvocato hanno consentito ieri mattina di accertare la presenza in carcere dell’accusato di violenza carnale. E il gip ha dovuto prendere atto della certificazione del carcere di Fuorni e decidere così per l’assoluzione piena. Naturalmente, per non aver commesso il fatto.