Salerno, la rivolta del clero contro la statua auto-celebrativa del vescovo
SALERNO
(27 maggio) – Impazzano i blog. Imbarazzati e increduli, i sacerdoti
salernitani. Felici i siti anticlericali, gioiosi quelli che, proprio
nelle ultime settimane, non perdono occasione per mirare alzo zero
sulla Chiesa cattolica. La statua di marmo del vescovo Pierro,
vivente e dimissionario, scatena i commenti, fa divertire la fantasia
del web e su alcune pagine di facebook c’è chi ha voluto, ironicamente
ma con gusto irriverente, accostare la foto della statua del vescovo
che troneggia nel verde del seminario con quella di Saddam Hussein
tirata giù dal popolo in rivolta il 9 aprile del 2003 in piazza
Paradiso a Bagdad.
Più contenuti, ma altrettanto fermi nella valutazione, i commenti di
due docenti universitari, studiosi e testimoni autorevoli del cammino
della Chiesa italiana fin dai tempi del Concilio. «Sono stato sempre
molto mite e misurato nel giudizio su Pierro – dice Pino Cantillo,
docente di filosofia morale all’università di Napoli – ma stavolta ci
troviamo di fronte ad un evento ingiustificato e inopportuno. Già per
la statua che fu eratta in onore di Giovanni Paolo II ancora vivente e
inaugurata dallo stesso pontefice nel 1999 dichiari la mia assoluta
contrarietà».
Sia pure con toni più riflessivi, il giudizio di Luigi Rossi, docente
di storia contemporanea e preside di scienze politiche: «Si tratta di
eventi che nella Chiesa debbono essere determinati o da una coralità di
riconoscimenti oppure affidati al successore diocesano. Non so chi ha
avuto e realizzato questa idea. Ma ha solo ottenuto un effetto
decisamente contrario anche alle più nobili intenzioni celebrative». Ma
è il popolo del web che si scatena in commenti. Il primo è di Arrigo,
arriva poco dopo le sei di ieri sera: «Sono rimasto basito dalla
notizia: un vescovo che si autocelebra con una statua alta 4 metri di
“finissimo marmo di Carrara”.
Alcune domande: eccellenza sa che siamo nel XXI secolo? Quanto le è
costata questa stupidaggine? Voglio ricordare a Sua Eccellenza una
frase del Testamento di Papa Giovanni Paolo II: «Non ho beni materiali
da poter disporre». Post scriptum: spero che il suo successore sia
abbastanza intelligente per disporre che venga rimossa». Il secondo:
«Eccellenza sia sobrio! Poco evangelico e poco consono alla sobrietà
che dovrebbe appartenere ad un prelato oltre che in contrasto con la
moderazione che questo tempo di crisi suggerisce».
Ma se il web inanella commenti a raffica, il clero salernitano si è
risvegliato ieri mattina con stupore e incredulità ed ha scelto la via
del silenzio. Non si trovano sacerdoti disposti al commento pubblico.
Ma da una approssimativo sondaggio si il clero è unito da un imbarazzo
di fondo, poi diviso tra quelli decisamente contrari e quelli che
osservano il silenzio della fase di transizione alla vigilia
dell’arrivo di un nuovo vescovo.
Le foto pubblicate dal nostro giornale hanno informato anche i
sacerdoti che non avevano partecipato al ritiro mensile del clero
presso il seminario e che non hanno potuto assistere alla «prima
visione» del monumento, una scultura opera di Giancarlo Buratti di
Carrara. Lo scultore di origini lucchesi avrebbe trovato nel vescovo
salenritano e in molti parroci della diocesi dei convinti sostenitori,
al punto tale da aver venduto decine di statue di papa Wojtyla subito
dopo la morte oltre che ad aver avuto commissionato decine di opere
dallo stesso Pierro.
Ma in diocesi è caccia aperta al promotore del monumento per Pierro nei
giardini del Seminario, un luogo che sarebbe a pochi passi dalla futura
residenza di vescovo in pensione. Molti indizi portano all’economo del
seminario, don Antonio Galderisi, parroco di Mercatello e fresco di
nomina a monsignore. Il suo volto è impresso sull’artistico portale
della parrocchia che dirige.