Salta il processo a Maradona. Il giudice relatore si astiene e la causa ricomincia dall’ inizio il 12 gennaio 2012, l’ avv. Pisani si aspetta ora giustizia e libertà fiscale
Maradona contro il Fisco Italiano: nuovo colpo di scena. Accolte le eccezioni difensive dell’avvocato Angelo Pisani., docente di Processo Tributario all’Università Parthenope di Napoli, salta il processo a Maradona che ricomincerà da capo il 12 gennaio 2012 . Il giudice relatore si è infatti astenuto e ora la causa dovrà esser affidata ad un nuovo collegio giudicante a cui il legale del Pibe, l’avv. Angelo Pisani, chiederà una nuova sospensiva dell’illegittima pretesa esattoriale “per poi ottenere giustizia e libertà fiscale per un contribuente perseguitato e mai evasore fiscale” – ha detto Pisani. .
”Alla nuova udienza si dimostrerà ancora la linea difensiva basata sulla carenza e comunque l’estinzione di qualsivoglia responsabilità di Maradona dai debiti ormai saliti in modo illegittimo e sconsiderato a 38 milioni di euro – ha affermato il legale. L’esborso di denaro richiesto, per spese ed interessi imprecisati, continua ad aumentare di 3mila euro al giorno a fronte di una indebita cartella iniziale di 8 milioni di euro e mai notificata all’ex capitano del Napoli”.
“Se Maradona nel 1988 avesse ricevuto la regolare notifica della originaria cartella esattoriale avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa e dimostrare che la pretesa del fisco non era legittima – ha affermato l’avvocato Angelo Pisani -. Oggi, nonostante le varie violazioni nella procedura di riscossione e la prescrizione già maturata nel 1999, ovvero prima della notifica degli ulteriori avvisi di mora, Equitalia pretende dal “Pibe” oltre 38 milioni di euro senza specificare il perché di tale somma. Di questi però soltanto poco più di 13 milioni sono di tasse risalenti agli anni ‘88, ‘89, ’90, mentre il resto, circa 26 milioni di euro, sono l’assurda conseguenza di generici ed incontrollati interessi, sanzioni e spese sempre crescenti dagli anni 1988/89”.
“La nostra linea difensiva – ha spiegato Pisani – è che tale cartella non sia mai stata notificata regolarmente e che dall’unica prova documentale presentata dall’ex Gestline, cioè un avviso di mora risalente a luglio 2000, risulta indiscutibile che, non solo che dagli anni 88 / 89 / 90 fino al 2000 non è stato mai notificato all’ex giocatore alcun accertamento fiscale o cartella con estinzione di ogni credito per maturata prescrizione decennale, ma che lo stesso unico avviso di mora è stato notificato solo in data 19 giugno del 2000 prima ad un custode del centro Paradiso e poi in maniera irrituale alla casa comunale, in completa violazione dell’art.140 c.p.c., e quindi mai a Maradona in persona che in tale data era a Siviglia. E’ chiaro che l’ex capitano azzurro non poteva mai essere a conoscenza dell’ ingiustificata quanto assurda richiesta del fisco italiano e non poteva di conseguenza esercitare alcun diritto di difesa con consequenziale nullità ed inammissibilità di qualsivoglia addebito e condanna a suo carico”.