SALUTE. Alcol, Iss: giovani a rischio. Il 67% di chi abusa non raggiunge l’età legale
1 superalcolico, 1 pinta e mezza di birra e 1 bicchiere e mezzo di Breezer. Il dettaglio del conto di una serata tra amici? Non proprio, dal momento che secondo i risultati dell’indagine realizzata dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) si tratta del quantitativo che un ragazzo medio italiano beve da solo nel corso di una serata. Inoltre, il 67% dei giovani che consumano ingenti quantitativi di alcol non raggiungono l’età legale per bere. Lo rende noto l’Iss in un comunicato.
In occasione del mese di prevenzione algologica, infatti, l’Istituto Superiore di Sanità ha organizzato oggi a Roma l’Alcool Prevention Day: un convegno dove si confrontano le competenze istituzionali, organizzative, di ricerca e scientifiche attive in merito alla prevenzione alcol correlata. Dall’incontro, realizzato in stretta collaborazione con la Società Italiana di Alcologia, l’Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in Trattamento – AICAT e con Eurocare, emerge l’alto rischio a cui sono esposti i più giovani.
Questa la fotografia scattata dall’Iss: il 35,7% dei giovani dichiara di consumare in una serata tipica 1-2 bicchieri; il 27,8 % da 3 a 5 bicchieri e il 20 % circa beve oltre 6 bicchieri in un’unica occasione, ubriacandosi. Ma il dato davvero preoccupante è che il 67% di giovani che beve alcolici di vario tipo in quantità molto significative è al di sotto dell’età legale. In questo caso, la tipologia di più frequente è quella superiore alle due unità (due drink): modalità seguita dal 25 % dei ragazzi e da ben il 31 % delle ragazze. Anche per i giovani di età superiore ai 15 anni il consumo prevalente è di quantità superiori alle due unità, tipologia di consumo seguita dal 46,8 % dei ragazzi e dal 30,6 % delle ragazze.
I più a rischio sono i ragazzi tra i 19 e i 24 anni; superati i 25 anni invece il consumo di alcolici diminuisce per entrambi i sessi. E’ nel corso dell’intero decennio 13-24 anni che si registrano parallelamente gli esiti fatali e non fatali conseguenti ai più elevati livelli di rischio alcol correlato per i giovani, come dimostrato dal fenomeno delle morti del fine settimana.
“Quantità non trascurabili – ha commentato il Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, Emanuele Scafato – in particolare se riferite agli adolescenti e assolutamente ingiustificabili riguardo ai minori, anche tenuto conto che i consumi al di sotto dei 15 anni dovrebbero essere pari a zero litri entro il 2010 quale obiettivo in cui si sono impegnati tutti gli Stati Membri del WHO”.
“Un obiettivo arduo” dunque secondo Scafato che punta il dito contro “il fallimento parlamentare delle proposte di misure orientate alla tutela dei minori e che miravano ad impedire la vendita ai minori e ad innalzare l’età minima legale a 18 anni così come peraltro sollecitato dal Parlamento Europeo”. La vera causa del diniego va cercata secondo il direttore “in una resistenza culturale oltre che di valenza economica”.