SALUTE. Italiani e farmaci, un rapporto di fiducia
Ricerca Censis e Forum per la ricerca biomedica. Gli italiani sono fedeli alla propria farmacia ma aperti a nuovi canali distributivi: il 69% è favorevole alla vendita dei medicinali nei supermercati.
Soddisfatti della copertura farmaceutica pubblica ma con differenze territoriali fra Nord e Sud. Fedeli alla propria farmacia e al farmacista ma aperti ai nuovi canali distributivi e alla vendita dei medicinali nei supermercati. Fiduciosi nelle possibilità offerte dalla ricerca biotecnologica nel campo della salute. E convinti che per stare bene sia importante anche l’ambiente. È l’identikit del rapporto fra italiani e farmaci secondo i risultati delle ricerca del Censis e del Forum per la ricerca biomedica “Trent’anni di ricerca biomedica e di lotta alle malattie” presentata oggi a Roma.
Gli italiani sono soddisfatti della copertura farmaceutica pubblica: quasi il 61% ritiene sufficiente la disponibilità di farmaci mutuabili rispetto alle proprie esigenze di salute. La percentuale, però, cambia a seconda del territorio: si passa da oltre il 60% dei cittadini nel Nord-ovest al 62,5% nel Nord-est, a più del 78% al Centro, per poi scendere sotto il 49% tra i residenti del Sud.
L’indagine evidenzia la fiducia verso il proprio farmacista e, al tempo stesso, l’atteggiamento di apertura delle vendita dei farmaci nelle grande distribuzione. Emerge una persistente fedeltà dei cittadini alla farmacia di fiducia (il 67% degli intervistati si rivolge di solito alla stessa farmacia) e alla figura del farmacista che (77%) segue il medico di medicina generale (97%) come soggetto che, secondo gli intervistati, deve dare informazioni sui farmaci. Allo stesso tempo, oltre il 69% degli italiani è favorevole alla possibilità di vendere i farmaci in luoghi diversi dalle farmacie, anche se per il 56,6% deve avvenire sempre e comunque in presenza di un farmacista nel punto vendita.
Il 65% degli intervistati ritiene che debba essere sviluppata la ricerca biotecnologica limitatamente al campo della salute e per il 66% va potenziata l’ingegneria genetica purché sia usata per correggere geni che provocano malattie, mentre solo il 10% la indica come mezzo di potenziamento delle caratteristiche estetiche.
Diminuiscono gli italiani che individuano nello stile di vita una fonte di buona salute mentre aumentano coloro che segnalano l’importanza delle condizioni ambientali, indicate dal 22,2% degli intervistati, con un aumento del 10% rispetto al 1998, e di coloro che chiamano in causa ifattori ereditari (8,9%, +6%).
Gli italiani seguono quasi alla lettera le prescrizioni dei medici sui farmaci. Ritengono che nel futuro il compito della ricerca sui medicinali dovrà concentrarsi sulla lotta alle patologie incurabili (68%) e ridurre i rischi e gli effetti collaterali rispetto agli attuali medicinali (28,8%). Gli italiani ritengono inoltre di avere una maggiore consapevolezza nell’uso dei farmaci: rispetto ai propri genitori, rileva il Censis, il 54% degli intervistati afferma di avere maggiore capacità di raccogliere informazioni utili per la corretta assunzione dei farmaci, oltre il 52% si attribuisce una maggiore dimestichezza sul quando e come utilizzarli, più del 51% ritiene di avere maggiore conoscenza degli effetti collaterali e dei rischi connessi a una eccessiva assunzione di farmaci, il 45,5% ha più fiducia nell’efficacia delle medicine e il 44,7% maggiore capacità di dialogare con il medico sui farmaci da prendere. E quando si esagera nel consumo dei farmaci, per gli italiani la responsabilità non è tanto dei medici o dell’industria ma soprattutto della singola persona (74,7% degli intervistati) che per rassicurarsi contro ansia e stress finisce per rivolgersi al farmaco.