SALUTE. Le malattie respiratorie sono la terza causa di morte nel mondo. Ricerca Eurispes
Le malattie respiratorie costano all’Europa 100 miliardi di euro all’anno, pari a 118 euro per ogni cittadino. Circa la metà di questo costo è determinato dalla perdita delle ore di lavoro; 17,8 miliardi sono attribuiti ai ricoveri ospedalieri. Le patologie respiratorie sono oggi fra le principali cause di mortalità a livello mondiale e la loro incidenza è in continuo aumento: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) calcola che nel 2020 queste patologie rappresenteranno la terza causa di morte nel mondo.
Nel 2006 in Italia sono morte 35.427 persone per malattie respiratorie, mentre sono stati 33.275 i decessi per tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni, per un totale di 68.702. ). Il fumo rappresenta la prima causa mondiale di malattia e provoca ogni anno 5,4 milioni di morti nel mondo (Ossfad, 2008). Il 90% dei tumori polmonari si sviluppa, infatti, tra i fumatori.
Sono alcuni dati di una ricerca, che fa parte di un progetto, nato dalla collaborazione tra l’Eurispes e la cattedra di Chirurgia toracica dell’Università di Tor Vergata di Roma, diretta dal prof. Claudio Mineo. L’obiettivo del progetto è quello di indagare in maniera esaustiva le caratteristiche della diffusione delle patologie respiratorie, al fine di individuare le principali aree di criticità e proporre un modello articolato di intervento. In Italia le malattie dei bronchi e dei polmoni affliggono circa 10 milioni di persone, oltre 8 milioni in forma cronica.
L’incidenza di queste patologie aumenta esponenzialmente all’aumentare dell’età. Per quanto concerne i tumori maligni di trachea, bronchi, polmoni, il tasso dei decessi risulta infatti estremamente basso nei giovani fino ai 34 anni, basso negli adulti dai 35 ai 59 anni (2,1), per poi subire un aumento esponenziale nella classe d’età che va dai 60 ai 79 anni (17,19) e, in misura ancora maggiore, dagli 80 anni in su (26,1). Anche i decessi per malattie del sistema respiratorio presentano alti tassi di mortalità tra gli over 80. Si tratta dunque di patologie fortemente legate all’età avanzata. Il tasso di mortalità per i tumori respiratori è pari a 9,99 per i maschi e 2,07 per le femmine. Simile la situazione per la mortalità dovuta a malattie del sistema respiratorio (9,04 contro 3,49).
In Italia i fumatori sono stimati in 11,2 milioni (22%), gli ex fumatori in 9,3 milioni (18,4%). Benché i fumatori siano in calo in Italia (560mila in meno nell’ultimo anno) nella fascia dai 15 ai 24 anni dal 2007 al 2008 si è registrato un incremento per entrambi i sessi. E nella maggior parte dei casi si inizia a fumare prima dei 18 anni. La quota dei forti fumatori (oltre 20 sigarette al giorno) risulta ancora significativa ed allarmante per i rischi derivanti per la loro salute: il 7,48% in media, con un picco del 9,86% nelle Isole ed un minimo del 5,72% nel Nord Ovest.
Ma il secondo fattore di rischio per le patologie respiratorie è rappresentato dal lavoro, ossia dall’esposizione professionale a sostanze nocive come sostanze chimiche, polveri, fumi. In Italia le persone di 15 anni e più che soffrono di malattie croniche dell’apparato respiratorio sono numerose soprattutto nel settore agricolo, dove il tasso per 1.000 persone di affetti da bronchite cronica/enfisema è pari a 32,9 (contro una media di 21,1). L’asma bronchiale cronica raggiunge un tasso di 36,2 nel settore intermediazione, noleggio, ed altre attività professionali, e di 31 in agricoltura. Le malattie professionali dell’apparato respiratorio denunciate all’Inail nel 2007 sono state 1.461 nell’industria e servizi e 94 nel settore dell’agricoltura (in aumento rispetto alle 65 del 2003).
Forte è anche l’influenza dell’inquinamento atmosferico: le stime fornite dall’Apat relativamente alle emissioni di inquinanti in atmosfera evidenziano un costante aumento delle emissioni di anidride carbonica: da 312.782.685 tonnellate nel 1980 a 354.575.146 nel 1990, fino a 383.669.797 nel 2004. Si stima anche un incremento delle emissioni di protossido di azoto: da 125.808 tonnellate nel 1980 a 150.500 nel 2004. Per quanto riguarda i metalli ed i composti l’Apat indica in aumento dal 1990 le emissioni in atmosfera di arsenico (da 37.276 a 42.051 kg) e selenio (da 10.041 a 12.590 kg).
Il rischio di sviluppare patologie respiratorie croniche di tipo ostruttivo sembra, infine, correlato anche ad un’alimentazione povera di sostanze antiossidanti (frutta e verdure) e all’abuso di alcool. Queste patologie risultano in molti casi associate ad altre patologie, come l’obesità (il tessuto adiposo produce sostanze pro-infiammatorie), a scompenso cardiaco almeno nel 20% dei casi, a osteoporosi nel 70%, a sindrome metabolica nel 50%.