Salute: Malati gioco azzardo on line, la cura arriva troppo tardi
(ASCA) – Roma, 8 apr – ”I malati del gioco d’azzardo aumentano con la crisi economica ma la cura per loro arriva troppo tardi”. Ad affermarlo è Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, Presidente dell’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico che domani parteciperà a Bruxelles al convegno ”Verso il gioco d’azzardo on-line sicuro e regolamentato: utopia o realtà?”, organizzato dal Comitato Economico e Sociale sezione ”Mercato Unico, produzione e consumo”.
Secondo i dati, su 60 milioni di italiani il 54% ha giocato almeno una o più volte ai giochi d’azzardo. Di questi l’1,5% ha sviluppato una vera e propria patologia legata al gioco. Questo vuol dire che in Italia circa mezzo milione di persone ha bisogno di cure appropriate a causa del comportamento ossessivo compulsivo che ha sviluppato. ”Con l’uso di Internet la malattia del gioco d’azzardo è aumentata in modo esponenziale; la possibilità di giocare on-line ha fatto perdere quei freni inibitori che sono presenti nel gioco dal vivo – spiega Vinciguerra – . Il giocatore on-line è meno esposto a confronti con l’esterno e ad eventuali disagi che proprio il confronto con gli altri potrebbe creargli. Non ha bisogno di uscire di casa e per questo non deve inventare scuse; i giocatori dipendenti tendono a mantenere segreti anche alla famiglia i loro comportamenti”.
Secondo l’esperta, ”se la diagnosi della malattia è precoce c’è la possibilità di una remissione totale dei sintomi. Ma va tenuto presente che i portatori di patologie compulsive sono molto restii a considerarsi malati, giustificano continuamente i loro comportamenti, negano la dipendenza ed affermano di mettere in atto il comportamento per loro scelta. Sostengono, inoltre, di essere assolutamente in grado di smettere quando vogliono. Questo atteggiamento non permette di poter accedere alla cura se non quando la compulsività ha ormai invaso quasi la totalità del quotidiano e la presenza dei sintomi è evidentissima”. ”I sintomi della dipendenza sono diversi – aggiunge la psicoterapeuta, anche responsabile dell’UIAP, Unità Italiana attacchi di Panico presso la Clinica Paideia di Roma – per esempio c’è la necessità di trascorrere sempre più tempo a giocare. Se si smette c’è agitazione, ansia, depressione, si perde l’interesse per qualsiasi altra attività e si deve tornare a giocare d’azzardo per stare meglio”. Secondo la Vinciguerra ”tutti questi sintomi, che possono apparire lentamente, difficilmente vengono riconosciuti dal giocatore e dai suoi familiari. Il giocatore è bravissimo nel dire e nel dirsi bugie e i familiari prendono coscienza della patologia solo quando la situazione pratica o economica è ormai deflagrata”.
”Lo stato di dipendenza altera la nostra attività cerebrale. Quando si vuole curare un malato di gioco d’azzardo non si tratta di modificare il suo comportamento ma alcuni suoi circuiti cerebrali che si sono organizzati nel tempo in modo disfunzionale – conclude – e in questo tipo di patologie la prevenzione è fondamentale”. red/mpd